ANCONA – «Creare nelle discoteche momenti dedicati solo ai minorenni, alcool free, per realizzare un ambiente dedicato e tutelato, che possa andare incontro ai giovani che sempre più spesso frequentano i locali notturni». La proposta arriva da Maurizio Pasca presidente nazionale del Silb-Fipe Confcommercio, l’associazione dei gestori dei locali di intrattenimento e pubblico spettacolo, «perché obiettivo dell’associazione è anche quello di demonizzare la comparazione discoteca uguale sballo e garantire invece tutela e tranquillità alle famiglie dei minorenni che si recano nei nostri locali. Siamo genitori, abbiamo dei figli, siamo consapevoli della responsabilità nei confronti di questi ragazzi».
«Ci piacerebbe – spiega – condividere con il Governo la nostra proposta e costruire insieme alle Istituzioni un progetto comune per tutelare i minorenni. Confidiamo in un incontro dedicato a breve». «Diverso il discorso per il pubblico più adulto – continua Pasca – al quale possiamo somministrare da bere fino alle 3 di notte come prevede la legge. Questo limite d’orario è penalizzante per il nostro settore e chiediamo da sempre di adeguarlo all’orario di chiusura dei locali. Quante volte capita che i ragazzi escano dalle discoteche e vadano a bere in luoghi in cui i controlli non siano così accurati? Tante».
«Oggi le discoteche sono frequentate anche da minorenni, già dai 14 e i 15 anni» osserva Pasca, una promiscuità tra minori e maggiorenni che a volte rende la situazione complessa per i gestori dei locali che pure «sono molto attenti a non somministrare bevande ai minorenni», ma «può anche succedere che in una comitiva un maggiorenne prenda una bevanda alcolica e la dia a un minorenne». Un rischio per i minori come anche per i gestori.
«La gente esce sempre più tardi da casa, sono cambiati gli stili di vita – osserva -, adesso si va in discoteca all’1 o alle 2 di notte e se un locale smette di vendere alcolici alle 3, si può capire la situazione: in discoteca vanno per ballare ma anche per bersi un drink. Un limite orario che penalizza anche il turista: basta pensare ad un turista americano, norvegese o svedese, Paesi dove il consumo di alcool è diverso da quello che c’è in Italia».
Secondo Fipe Confcommercio, per risolvere il problema dell’abuso alcoolico nei minorenni «deve esserci una maggiore attenzione, che deve partire però dalle famiglie, interessando ovviamente anche i gestori». «La nostra è un proposta – aggiunge – non una imposizione, i gestori che vogliono aderire possono farlo, ma non è un obbligo».
Pasca ricorda che il settore dei locali di intrattenimento «è stato il più danneggiato dalla pandemia: è rimasto chiuso ininterrottamente per 24 mesi ed ha riaperto solo nel marzo del 2021. Inoltre, i ristori sono stati ben poca cosa rispetto alle perdite e anche rispetto ad altri settori come cinema e teatro. Il 30% dei locali non ha riaperto e chi ha riaperto lo ha fatto con difficoltà». Tra le problematiche che il settore si trova ad affrontare c’è anche quello del personale: «Con una chiusura di due anni chi lavorava nelle nostre aziende – conclude – si è ricollocata in altri settori e in altre aziende, quindi facciamo fatica a trovare personale».