ANCONA – «In questo momento non posso esprimere soddisfazione per la zona gialla, ma un giudizio di attenzione sull’esigenza di garantire che le persone che contrarranno il virus, potranno essere sicure che saranno curate: è questo il mio obiettivo da assessore ed è quello dell’intera Giunta». L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini commenta così il nuovo Dpcm che colloca le Marche in zona gialla, a rischio moderato, e quindi con misure restrittive più soft rispetto alle regioni in area con arancione (rischio medio-alto) e rossa (rischio alto) per le quali sono vietati gli spostamenti fra comuni.
Tra le novità introdotte dal provvedimento del presidente del Consiglio, che interessano le Marche, ci sono il coprifuoco dalle 22 alle 5 (salvo comprovati motivi di lavoro, salute e necessità), la chiusura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi, la chiusura di musei e mostre, la didattica a distanza per le superiori ad eccezione degli studenti con disabilità e in caso di uso di laboratori, la chiusura delle università (anticipata con due ordinanze della Regione Marche), la capienza al 50% a bordo dei mezzi di trasporto pubblico ad eccezione degli scuolabus, lo stop a sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine (anche nei bar e tabaccherie). Bar e ristoranti continueranno a chiudere alle ore 18, con asporto consentito fino alle 22, mentre per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Rimangono chiuse anche piscine, palestre, teatri, cinema, mentre sono aperti i centri sportivi.
«Non possiamo guardare ai colori – afferma l’assessore – , dobbiamo approntare tutti i mezzi per garantire che se una persona si ammala deve essere salvata e curata, soprattutto chi si trova nelle terapie intensive e le persone più fragili come quelle nelle case di riposo». Inoltre sottolinea che «questa classificazione non può disorientare l’attività dell’assessorato e dell’intera Giunta sulla necessità di rafforzare tutti i presidi esistenti».
L’obiettivo è «salvare vite nelle terapie intensive e nelle case di riposo» spiega, ricordando che sono 250 gli ospiti contagiati dal covid-19 fra le Rsa di Mogliano, Loro Piceno, Macerata, Fabriano, Santa Maria Nuova, San Severino e Jesi. Un nodo da risolvere al più presto e che assorbe le energie della Giunta. «Oggi abbiamo portato i primi due medici della Marina Militare, uno nella Rsa di Mogliano e uno nella Rsa di Macerata, con un infermiere – prosegue – intendiamo trasformare le case di riposo in semi corsie di ospedale».
Inoltre chiarisce che «indipendentemente dal colore, stiamo apprestando nuovi posti letto di terapie intensive e stiamo cercando di stringere l’accordo con i sindacati per dare incentivi al personale sanitario che sta lavorando a ritmi serratissimi, perché c’è una carenza spaventosa, e con rischi anche evidenti per la loro salute: vogliamo remunerare queste prestazioni, come è giusto che si faccia».
Proprio ieri l’assessore aveva annunciato di «non sporcare l’ospedale di Camerino» in modo tale che «la montagna può avere un ospedale di riferimento, dopodiché diamo gli incentivi ai volontari, perché non imponiamo a nessuno di andare a lavorare a Civitanova Marche», ma alla notizia ci sono state «proteste da parte dei sindacati, diffuse infondatamente, perfino dalla Cgil».
Saltamartini spiega «dobbiamo porre attenzione al numero delle persone in terapia intensiva, perché è lì che si rischia la vita e al numero di persone che devono essere curate nelle case di riposo, queste sono le due nostre stelle polari». Per ora l’assessore non prevede nuove misure regionali, rispetto a quelle già intraprese dalla legislazione nazionale, che ha definito «molto innovative, non esiste da nessuna altra parte d’Europa un disciplinare di questa natura», inoltre sottolinea che rispetto al precedente Dpcm, quando «allo scattare della soglia di Rt oltre 1,5 i presidenti di Regione potevano valutare quali misure adottare, adesso il nuovo provvedimento obbliga il Ministro della Sanità, sentita la Regione, ad adottare alcune misure».
L’altro fronte di intervento è quello di incrementare la capacità di fare tamponi molecolari, per questo l’assessore ha disposto l’acquisto tramite la Stazione Unica Appaltante delle Marche «le migliori apparecchiature al mondo per processare i tamponi molecolari» così da potenziare i laboratori di Virologia in modo da portare la quota giornaliera di tamponi da 1.700-1.800 a 7.000, ma serve «uno sforzo riorganizzativo del sistema: non immaginavo a due settimane e mezzo di ritrovarci così: non lo dico in spirito polemico, piuttosto voglio far capire ai cittadini che la macchina è ripartita e che se si ammaleranno saranno curati, questo è il messaggio che voglio dare». «Non è secondario» che ci siano anche tante altre patologie, spiega, per questo «abbiamo lasciato liberi gli Ospedali di Urbino, Fabriano, Camerino, Macerata e Ascoli Piceno, per curare anche le altre patologie, perché non si muore solo di covid, ma anche di tumore, di malattie cardiovascolari e altre».