ANCONA – Come prevedibile questa mattina il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha conferito all’ex presidente della Bce Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo esecutivo dopo le dimissioni dell’ex premier Giuseppe Conte. Un incarico che Draghi ha accettato con riserva. Prima delle consultazioni, l’economista ha incontrato i presidenti della Camera Fico e del Senato Casellati.
Nel suo discorso, dopo il vertice con Mattarella, Draghi ha posto sul tavolo quattro obiettivi: vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese. Sfide per le quali ha ricordato che ci sono a disposizione le risorse dell’Unione Europea. Inoltre si è detto fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emergeranno unità e capacità di dare una risposta responsabile.
Ma se da un lato le borse hanno reagito positivamente, con Piazza Affari in deciso rialzo e lo spread tra Btp e Bund in calo, non tutte le forze politiche sono favorevoli all’ipotesi del governo tecnico. Il Pd invita al senso di responsabilità, i 5 Stelle continuano a sostenere Conte, mentre il centrodestra, pur con dei distinguo, punta al voto anticipato.
Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi, nel ribadire che «aprire una crisi di governo in questo momento, in cui il Paese ha bisogno di certezze e stabilità, è stato un errore molto grave, oltre che incomprensibile alla maggioranza degli italiani» afferma che «ora è necessario evitare pericolose fughe in avanti e mantenere salda la rotta della responsabilità. Se, come prevede la Costituzione, il Parlamento sarà in grado di esprimere una maggioranza, ritengo sia una scelta da preferire al voto, che, come ha anche ben ricordato il presidente Mattarella, paralizzerebbe il Paese per mesi in una fase cruciale, determinata dalla necessità di spingere forte sulla campagna vaccinale e programmare le risorse del Recovery Fund».
Per l’esponente dei dem «Draghi ha un profilo istituzionale difficilmente attaccabile e credo abbia più volte dimostrato, in particolare come presidente della Bce, di poter far bene per il futuro dell’Italia. Ovviamente si dovranno verificare a fondo le condizioni che porteranno alla eventuale nascita del nuovo governo, perché una cosa è certa, sui fondi del Next Generation Eu l’Italia non può sbagliare sui temi come lavoro e la buona occupazione, la competitività delle imprese e la modernizzazione infrastrutturale».
«Se siamo arrivati a questo punto, con Giuseppe Conte e il suo pessimo governo che non sono più a Palazzo Chigi, è merito del fatto che il centrodestra è rimasto compatto» dichiara senza mezzi termini il commissario regionale della Lega, Riccardo Augusto Marchetti. Il deputato afferma «come Lega abbiamo cinque priorità. E su queste decideremo. Il punto non è il nome della persona. È lui che ci deve dire che cosa intende fare. Per noi, si possono approvare rapidamente i decreti su queste priorità, e poi andare al voto a maggio o giugno. Entro l’11 aprile si può concludere il lavoro di approvazione delle misure urgenti per il Paese».
Se la strada maestra invocata dal centrodestra è quella che punta dritta ad elezioni anticipate, intanto però si può lavorare per il bene del paese, Marchetti però mette subito i paletti affermando che serve «un impegno a non aumentare in alcun modo le tasse. No alla patrimoniale, no agli aumenti dell’Imu. Chiunque voglia governare con la Lega, si chiami Draghi, Cartabia o Cottarelli, deve saperlo. E flat tax al 15 per cento e pace fiscale sulle cartelle esattoriali».
Soddisfatto Piergiorgio Carrescia, membro dell’Assemblea Nazionale di Italia Viva, che parla di «incarico ad una personalità autorevole e stimata anche a livello internazionale» è di una scelta, quella del Capo dello Stato Mattarella, «molto positiva». «Draghi gode fiducia e rispetto ampio – prosegue -, é super partes e potrà dirigere un Governo di responsabilità nazionale di alto profilo, capace di gestire la pandemia e di rilanciare l’economia del Paese utilizzando al meglio le risorse del Recovery».
Secondo Carrescia «c’era da scegliere fra l’immobilismo e il cambiamento di cui l’Italia ha necessità e di trovare sintesi su quelle criticità che Italia Viva (e non solo) hanno evidenziato da mesi. Un Governo dove nessuno avrà diritti di veto né di prevaricazione. Servono capacità e buon senso. Chi ora si dovesse arroccare su posizioni superate dai fatti e dalle scelte sagge del presidente della Repubblica non pensa al bene del Paese. La soluzione per dare un Governo autorevole e adeguato esiste, porta il nome di Mario Draghi e va sostenuta. Mi auguro che nei vari Partiti e Movimenti che stanno valutando la situazione prevalga il senso di responsabilità. Italia Viva ha detto subito “si” senza se e senza ma perché ripone fiducia nel Presidente Mattarella e in Mario Draghi».
Il Movimento 5 Stelle continua a sostenere l’ex premier Giuseppe Conte, perché come osserva il facilitatore Giorgio Fede affermando «che è il presidente che ha portato i più grandi risultati e ha gestito una pandemia unica al mondo, che nessuno aveva mai affrontato prima, dando risposte di buona qualità, pur nelle difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, indotte però non da scelte scellerate di governo, ma da una pandemia mondiale».
«Dobbiamo continuare a comportarci con la stessa coerenza che ci ha sempre contraddistinto – afferma – perché siamo stati responsabili nel primo governo con la Lega nel proporre un governo alla nazione, e poi sulla base della stessa logica con il Pd, riscontriamo però che mentre noi abbiamo avuto questa coerenza, la Lega prima e Matteo Renzi poi, hanno tradito la parola data e un impegno sottoscritto».
Secondo il senatore marchigiano il Movimento ha voluto mantenere gli impegni «non in maniera ottusa, ma concreta» come testimoniano i 209miliardi di risorse europee, «risultato di una azione che ha qualificato il governo 5 Stelle. È palese l’azione strumentale, adesso vedremo quale sarà la proposta di Draghi e le evoluzioni del dibattito che ne scaturisce», ma anche «quale sarà la coerenza degli altri, perché poi magari si scoprirà che qualcuno ha giocato sulla pelle degli italiani per gestire i fondi che arriveranno dall’Europa».
Il coordinatore regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi, commentando l’incarico all’ex presidente delle Bce, tira il freno a mano e afferma «occorre verificare quale sarà il programma» e spiega che «se nella sua proposta ci saranno i temi che portiamo avanti da anni, fra i quali la difesa della salute pubblica, il lavoro, i giovani, l’ambiente e gli investimenti per la riconversione industriale, allora il nostro atteggiamento sarà conseguente». «La crisi – conclude – non doveva avere questo epilogo, ma Renzi ha voluto interrompere l’alleanza, che stava diventando politica, tra Pd, 5 Stelle e Leu».
«La scelta di Mario Draghi sconquasserà il sistema politico italiano che ha dimostrato tutte le sue debolezze». Ne è convinto il commissario regionale dell’Udc Antonio Saccone.
Il senatore afferma che «l’ex presidente della Bce è certamente l’italiano più autorevole a Palazzo Chigi. Ora vediamo se si “riuscirà ad uscire dai propri recinti” come dicemmo all’inizio di questa crisi».