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Election Day, amministrative ed europee l’8 e il 9 giugno. Via il limite dei tre mandati per i sindaci tra 5mila e 15mila abitanti

Il Consiglio dei Ministri ha tolto il limite di tre mandati per i sindaci dei piccoli Comuni. Un provvedimento che raccoglie consensi ma anche qualche critica tra i primi cittadini

ANCONA – Via libera dal Consiglio dei Ministri di ieri (25 gennaio) all’Election Day, il provvedimento che accorpa la data delle elezioni europee, con quella del primo turno delle amministrative e delle regionali (in Piemonte, Basilicata e Umbria). Si andrà al voto l’8 e il 9 giugno 2024, rispettivamente sabato e domenica. Elezioni per rinnovare il sindaco in 149 comuni, di cui 143 sotto i 15mila abitanti.

Non è la prima volta nel Paese che si vota di sabato: fu così in occasione delle europee del 2004, quando si votò il 12 e 13 giugno e in quelle del 2009, quando si andò al voto il 6 e 7 giugno, mentre nel 2014 si votò in una sola giornata, domenica 25 maggio, così come nel 2019 quando si andò alle urne il 26 maggio.

Il Consiglio dei Ministri ha tolto il limite di tre mandati per i sindaci dei piccoli Comuni. In quelli tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato il limite. Un provvedimento che raccoglie consensi ma anche qualche critica tra i sindaci marchigiani.

Il presidente Anci Marche e sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti si dice «molto soddisfatto del provvedimento del Consiglio dei Ministri che continua a confermare l’attenzione del Governo nei confronti dei territorio e dei piccoli comuni, attenzione che nessun esecutivo aveva avuto finora».

Per Fioravanti togliere il limite del terzo mandato «è un passo avanti importante perché nei piccoli comuni i sindaci sono un punto di riferimento per il territorio. In questo modo si garantisce continuità di lavoro e in ogni caso è il popolo a decidere sulla riconferma o meno del primo cittadino».

«Bene il decreto approvato in Cdm, relativo al terzo mandato per i sindaci dei Comuni entro i 15mila abitanti, finalmente si esce dall’incertezza, dopo mesi» commenta il sindaco di Pesaro Matteo Ricci (in quota Pd), presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane. «Bisogna riflettere sul fatto che, su circa 8mila Comuni italiani, rimarrebbero esclusi dal provvedimento 736 Comuni, sopra i 15mila abitanti» puntualizza, spiegando «non si capisce, pertanto, perché questa stessa norma non debba valere anche per questi ultimi Comuni, che rappresentano circa un decimo del totale».

Ricci fa notare «non esistono limiti di mandato per il presidente del Consiglio, per i ministri, per i parlamentari italiani, per i parlamentari europei» quindi «il limite vigente rimane solo per i sindaci dei Comuni sopra i 15mila abitanti. Guardando all’Europa, infine, l’unico Paese che impone limiti è il Portogallo, che consente tre mandati consecutivi. Sarebbe dunque, opportuno – conclude – allineare il nostro ordinamento all’Europa».

Marco Filipponi, sindaco di Genga (comune di 1.675 anime) in quota lista civica, apprezza il provvedimento che definisce «un atto di coraggio. Da tempo se ne discuteva – osserva – adesso finalmente si prende atto della partecipazione alla vita amministrativa negli enti locali più piccoli, dove spesso ci sono grandi difficoltà anche nel formare più di una lista. Il terzo mandato – conclude – non limita la possibilità di ricambio, perché le elezioni si tengono comunque».

Tra i primi cittadini critici sul provvedimento c’è il sindaco di Camerano (comune sotto i 15mila abitanti – 7.200 anime circa) Oriano Mercante che si dice «nettamente contrario al terzo mandato. Va bene togliere il limite dei mandati nei comuni sotto i 5mila abitanti, dove effettivamente possono esserci delle difficoltà nel reperire un candidato sindaco, ma sopra i 5mila abitanti un altro sindaco si trova».

Secondo Mercante, sindaco civico di area di centrosinistra, con esperienza sindacale alle spalle, «10 anni sono più che sufficienti per l’azione amministrativa, dopodiché bisogna lasciare spazio ai giovani, ad altri, serve un ricambio».

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