ANCONA – «Con Calenda c’è una ottima base di partenza per dare sostanza a un’offerta politica seria ed autorevole, specie in vista di una legislatura complicata come si prospetta la prossima». Così il senatore Andrea Cangini eletto nella circoscrizione Marche, dopo l’addio a Forza Italia, conseguente al mancato voto di fiducia a Mario Draghi, per aderire ad Azione, in cui ha dato la propria disponibilità anche ad una candidatura in prospettiva delle elezioni politiche del 25 settembre.
In vista di un autunno che si preannuncia già caldo, tra «il post pandemia, gli effetti della guerra in Ucraina e un’annunciata recessione, che si prospetta la peggiore dal 2008 ad oggi» secondo l’ex forzista la proposta di Azione si prospetta quale «soluzione migliore rispetto alla demagogia dominante» nei due opposti schieramenti ovvero la «destra-destra e la sinistra-sinistra».
Per il parlamentare la «proposta di Letta contiene due errori fondamentali: la tassa di successone, che mette le mani in tasca agli italiani, e la politica dei bonus che non risolve i problemi del paese né dei giovani». E anche nel centrodestra le cose non vanno meglio a causa della «demagogia e della competizione all’interno della coalizione». «È probabile che centrodestra vinca le elezioni -dice -, ma faticherà a governare, perché manca una cultura politica comune e una visione di Paese».
Insomma, per Cangini l’Italia in questa fase storica ha bisogno più che mai di un terzo polo anche in vista delle scadenze del Pnrr con i 55 obiettivi da centrare per ottenere 24 miliardi di euro, che il Paese non può permettersi di perdere. Entrando nel merito dei rapporti con i forzisti, ricorda quello ottimo con l’ex commissario regionale Marcello Fiori e quello meno buono con l’attuale commissario Francesco Battistoni che secondo Cangini avrebbe «tagliato l’erba sotto i piedi a qualunque figura autorevole», lui compreso, potesse essere di «intralcio al suo progetto», ovvero quello di candidarsi alle politiche nelle Marche.
La Zes è una delle note dolenti per il senatore che, insieme alla ministra Mara Carfagna, si era battuto per riconoscere le agevolazioni anche alle Marche, ma «la Regione non ha mai avviato le pratiche – dice -. Un’occasione importante di sviluppo che non è stata colta solo per non fare un favore a un alleato, Forza Italia».