ANCONA – Su 31 consiglieri regionali eletti nell’ultima tornata elettorale, solo 8 sono donne, appena un 25% circa. Fra conferme e volti noti, ad avercela fatta sono 3 consigliere di area centrodestra, 3 di area centrosinistra e 2 in quota Movimento 5 Stelle. New entry cono Chiara Biondi (Lega), Micaela Vitri (Pd), Simona Lupini (M5S) e Marta Ruggeri (M5S), mentre i volti già noti sono rappresentati da Elena Leonardi (Fratelli d’Italia), Jessica Marcozzi (Forza Italia), Manuela Bora (Pd) e Anna Casini (Pd). Ecco come si impegneranno in favore del mondo femminile.
Chiara Biondi: inclusione, tutele e imprenditorialità
La neo eletta della Lega, avvocato fabrianese, annuncia che in Regione sosterrà i tre ambiti che l’hanno sempre contraddistinta sia nell’impegno politico che associativo, come il «sostegno alle iniziative volte alla parità di trattamento e alle politiche che favoriscano maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro. Per molte donne lavorare e formare una famiglia – osserva – rimangono due percorsi paralleli e spesso incompatibili e ciò non è più accettabile». Ma spiega anche che intende «seguire quanto garantito dal “Codice Rosso” e assicurare alle donne della nostra Regione, vittime di violenza fisica, psicologica o sessuale, maggiori tutele quando denunciano il loro aguzzino e una casa sicura per continuare a vivere senza ulteriori traumi o paure».
Infine pone l’accento sull’imprenditorialità femminile sottolineando che nella Regione Marche, «una impresa su cinque è guidata da una donna. Per aumentare questo dato, punteremo a sostenere il settore con contributi ad hoc e finanziamenti per la creazione di nuove attività o da rilevare».
Elena Leonardi, in difesa delle donne nel contesto sociale in cui sono inserite
«È necessario superare tutte quelle difficoltà che vivono le donne nella società». Così la consigliera Elena Leonardi, riconfermata nelle fila di Fratelli d’Italia che in questa tornata elettorale si accaparra 7 seggi, oltre al presidente regionale Francesco Acquaroli, espressione dello stesso partito. La Leonardi, il cui nome è trapelato anche per un posto in Giunta, pone l’accento sulla disoccupazione femminile, che nelle Marche, registra «percentuali più alte rispetto al resto d’Italia». Per questo secondo la consigliera ritiene opportuno supportare la donna «nella realizzazione personale e nel colmare quel divario che la separa dagli uomini, attraverso politiche che sostengano la famiglia, la genitorialità».
Insomma, le donne non possono più trovarsi di fronte alla scelta fra realizzazione personale e maternità. «Non ne faccio una bandiera femminista – spiega – perché non si tratta di una battaglia univoca», ma della difesa della donna inserita in un contesto più ampio, quale quello sociale, familiare, della cura degli anziani e disabili. Ma occorre anche promuovere l’imprenditorialità femminile, dando un contributo economico. La Leonardi rimarca infine che Fratelli d’Italia è l’unico partito con una leader politico donna, Giorgia Meloni.
Manuela Bora: conciliazione fra vita familiare e lavoro, sostegno alle donne vittime di violenza
L’ex assessora alle pari opportunità Manuela Bora annuncia che «con i prossimi fondi europei condurrò la mia battaglia in particolare su due fronti: ridurre il costo degli asili nido e favorire la conciliazione tra vita familiare e lavoro con aiuti e incentivi alle aziende per agevolare il reinserimento delle donne dopo la maternità, servizi di baby sitting e cure domestiche». L’altro filone su cui Bora insisterà sarà quello del potenziamento «degli strumenti di accompagnamento all’autonomia per le donne vittime di violenza». Un fronte che l’ha vista impegnata in numerosi progetti a partire dalla legge sulla doppia preferenza che ha consentito di eleggere più donne nel nuovo consiglio regionale: da sei sono passate a nove. «È stata davvero una grande conquista, le Marche sono state tra le ultime regioni a recepire la nella propria normativa l’introduzione delle quote di genere ma ci siamo riusciti».
Sul fronte delle politiche di genere Bora ha portato avanti anche altri provvedimenti come quello su “Maternità come opportunità” rivolto alle imprese per sostenere la maternità attraverso modalità di lavoro e tipologie contrattuali di welfare aziendale, i voucher “Work-life balance” per garantire la conciliazione tra famiglia e lavoro con aiuti quali baby sitting, asili nido e centri estivi. E ancora: il bando “Rientro” che uscirà nei prossimi mesi per sostenere, con un bonus di 500 euro a famiglia, il rientro al lavoro delle donne in seguito alla maternità. Poi la “nursery” presso gli uffici regionali e la realizzazione del “Tavolo per le statistiche di genere” che, in collaborazione con associazioni, sindacati e università, avrà il compito di elaborare forme più efficaci di emersione del fenomeno dei soprusi e delle discriminazioni negli ambiti di lavoro. Inoltre l’assessora rimarca lo stanziamento di 3.494.834,21 nel quinquennio 2015-2020 per il contrasto alla violenza di genere realizzando una rete regionale di servizi antiviolenza, con 5 centri, 6 case rifugio, 2 case per l’emergenza e 2 case di secondo livello per l’accompagnamento all’autonomia.
Anna Casini: impegno per giovanni donne con figli, e salute donna
La ex vice presidente regionale Anna Casini, già assessore regionale all’agricoltura, riconfermata nelle schiere del Pd, entra subito nel merito del post voto, spiegando che «la sconfitta è stata netta» nella tornata elettorale del 20 e 21 settembre e che «il sistema valoriale della destra è diverso da quello del centrosinistra, che rappresenterò» in Consiglio. Salute della donna, libertà di scelta e servizi per le giovani donne con figli, sono i fronti in cui garantisce il suo impegno, temi che intende proseguire ricordando che la Giunta Ceriscioli ha approvato la legge di genere «che ci ha consentito di poter esprimere il doppio voto di genere e di poter votare anche una donna». «Il mio ruolo di consigliere regionale mi è stato consegnato da circa 8mila persone, che mi hanno dato la loro stima e questo mi consegna insieme al ruolo un grande senso di responsabilità – spiega – , anche perché pensavano di potermi vedere al governo della regione e non all’opposizione». Inoltre rimarca anche che la Giunta uscente ha «investito molto su edilizia scolastica e servizi 0-6 anni, temi che mi vedranno in prima linea», insieme alla crisi sociale scaturita dalla pandemia di covid.
Simona Lupini: «La prima forma di parità, per una donna, parte proprio dal suo diritto al lavoro»
«Sono donna, mamma di due bambini, professionista, assessora e ora anche consigliere – si racconta Simona Lupini, psicoterapeuta eletta in casa 5 Stelle (Lupini si è dimessa dall’incarico di assessore al Comune di Fabriano in data 24 settembre, secondo quanto prevede la normativa vigente per incompatibilità delle due cariche, ndr) -. Tutto questo non sarebbe stato possibile, se non avessi fatto delle pari opportunità e della difesa della cultura di genere una missione di vita.
La prima forma di parità, per una donna, parte proprio dal suo diritto al lavoro. Un diritto che potrà essere esercitato solo se i servizi saranno di reale supporto alla famiglia: asili nido, centri e strutture per minori, disabili e anziani. La tutela dovrà passare anche per quelle situazioni di difficoltà in cui una donna può trovarsi, che si tratti di discriminazione sul luogo di lavoro o violenza di genere».
Un impegno che ha radici nell’educazione alla cultura di genere e si completa con lo sviluppo di progetti per la rinascita personale e collettiva, un esempio su tutti: «Al Comune di Fabriano abbiamo ricevuto la Carta dei Diritti della Bambina, frutto di un lavoro di sensibilizzazione su tutto il territorio, e sviluppato un progetto di co-housing destinato proprio alle vittime di violenza di genere. Mi occupo da due decenni di servizi sociali e di tutela delle famiglie, ho una collaborazione continua e proficua con la Commissione Pari Opportunità delle Marche e ho ben chiare le problematiche di questa regione.
Per affrontarle e risolverle ho la fortuna di poter prendere come guida i numerosi progetti realizzati negli anni per la comunità fabrianese, e replicarli su scala regionale. Il vantaggio – conclude – sarà quello di poter contare su una rete già consolidata, capace di arrivare più velocemente all’obiettivo».
Marta Ruggeri, politiche di genere
Eletta in casa 5 Stelle anche Marta Ruggeri, insegnante, fanese. Violenza di genere, pari opportunità e politiche di genere, saranno i suoi fronti di impegno. La neo consigliera punta al contrasto della violenza sulle donne attraverso la rete sociale, il co-housing, tirocini d’inclusione, il supporto educativo domiciliare. «Per l’emancipazione della donna sui luoghi di lavoro, occorrerà potenziare i servizi per le famiglie, gli asili nido comunali e le strutture scolastiche, il sostegno all’incremento delle nascite e una seria lotta alla discriminazione sui posti di lavoro – spiega – . Essendo stata personalmente oggetto di insulti sessisti in questa campagna elettorale tramite i social, credo inoltre che serva una riflessione profonda e un’educazione ormai imprescindibile sul linguaggio di genere».
Inoltre, rimarcando che solo nella provincia di Pesaro e Urbino «ben tre candidate sono state oggetto di attacchi sessisti, forse bisognerà riflettere sull’opportunità di superare l’orizzonte ormai asfittico delle pari opportunità e lanciare delle vere e proprie politiche di genere, con la promozione culturale delle differenze e la rimozione attiva e concreta di ogni forma di discriminazione».
Micaela Vitri: restano ancora molti pregiudizi
«La Commissione per le pari opportunità istituita in Regione nell’’86 deve lavorare al massimo della velocità, sfruttando tutte le sue potenzialità, cosa che purtroppo non è sempre avvenuta in passato», spiega la nuova consigliera di Montecchio eletta in quota Pd, Micaela Vitri, giornalista, volto noto di Tele 2000 e “penna” de Il Resto del Carlino. Tra i compiti cruciali della Commissione, secondo la Vitri, c’è anche quello di «favorire l’inserimento lavorativo delle donne», fondamentale per ridurre i livelli di disoccupazione che risultano più elevati fra le donne rispetto ai colleghi uomini. «Ma sono tantissimi gli ambiti in cui la Commissione ha libertà di azione, mi piacerebbe farne parte per dare ulteriore impulso», spiega sottolineando che la sua elezione è stata resa possibile grazie anche alla legge sulla parità di genere e «avendo portato avanti un accordo con il consigliere regionale Andrea Biancani», il consigliere più votato in questa tornata elettorale.
Nonostante i progressi, compiuti sul fronte della partecipazione femminile alla vita politica, restano ancora numerosi pregiudizi come racconta la neo consigliera che cita un aneddoto che la riguarda personalmente, avvenuto proprio durante la campagna elettorale, quando «spesso le persone pensavano che io fossi “in omaggio” con il candidato uomo, piuttosto che rappresentare una ulteriore opportunità». Insomma, «dobbiamo lavorare ancora tanto per fare in modo che la parità di genere non sia solo un proclama ma che diventi realtà, perché purtroppo sappiamo benissimo che per le donne le opportunità non sono le stesse, io mi considero una privilegiata».
Non solo, riferendosi al post voto, Micaela Vitri, coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e replica alle dichiarazioni dell’ex consigliere regionale Renato Claudio Minardi: «Ho ottenuto più preferenze nelle Marche dopo Anna Casini, ciò nonostante il consigliere uscente Renato Claudio Minardi mi ha definita una “distorsione della legge elettorale”, non ha pensato minimamente che le persone hanno pensato di votarmi in quanto donna. Ha pensato piuttosto che fossi solo un aggregato al candidato Biancani con il quale ho fatto il “ticket”». La consigliera aggiunge «nella sua concezione del voto era impossibile che le persone scegliessero di votare me al posto suo. Una reazione scandalosa e un insulto a tutte le donne: dovrebbe piuttosto chiedersi perché dopo 5 anni di lavoro non è riuscito a prendere 10mila preferenze come altri candidati».
Jessica Marcozzi, «tutti sullo stesso livello senza corsie preferenziali ma giusto riconoscimento delle qualità della persona»
Fra i volti noti, che siederanno sugli scranni del Consiglio regionale c’è anche Jessica Marcozzi, ex capogruppo consiliare di Forza Italia, riconfermata nei banchi dell’Assemblea Legislativa. «La grande fiducia e stima che ho ricevuto in questa tornata elettorale mi spinge a fare ancora di più e ancora meglio per la nostra amata regione, per il mio caro Fermano. Molto abbiamo fatto, come Forza Italia, seppur dall’opposizione e molto di più faremo, ora, alla guida delle Marche con Forza Italia sempre più radicata nei territori e componente essenziale, moderata, della coalizione di centrodestra guidata dal presidente Acquaroli».
La consigliera annuncia che «sempre più centrale sarà per noi la parità di genere nella vita sociale, economica, occupazionale, imprenditoriale, lavorativa. Mi rallegro del fatto che l’elettorato marchigiano abbia, con il suo voto, dato vita a una buona rappresentanza al femminile nell’Assemblea regionale. E questo mi riempie di gioia perché sta a significare che i marchigiani non sono legati alla limitata visione che vorrebbe le donne come anima politico-amministrativa da sostenere con le stampelle. Le donne – prosegue – hanno le capacità, le intuizioni, le professionalità, la tenacia e le competenze per guidare al meglio qualsiasi realtà, sia essa pubblica o privata, dalla famiglia alle imprese alle istituzioni. Con Forza Italia siamo schierati da sempre in prima linea per rimarcare questi concetti basilari».
Jessica Marcozzi rimarca la ramificazione di Azzurro Donna nelle Marche, quale riprova dell’impegno del partito sul fronte del mondo femminile. «Nelle scorse settimane, con la nostra referente regionale Azzurro Donna, Alessandra Petracci, abbiamo accolto a Porto San Giorgio la nostra responsabile nazionale Azzurro Donna, l’onorevole Catia Polidori. E con lei abbiamo, tutte e tutti insieme, ribadito l’imprescindibile valore che le donne hanno nella migliore gestione della quotidianità. Continueremo a lavorare quotidianamente, senza sosta, affinché venga spazzata via qualsiasi discriminazione o disparità di genere. Favoriremo campagne di ascolto e sensibilizzazione, rafforzando la preziosa collaborazione con Organi dello Stato, Prefetture, Forze dell’Ordine, Centri Antiviolenza e di Ascolto, enti e associazioni di settore, Cpo anche all’interno di enti privati, che aiutino le donne più fragili, vittime di violenze di ogni genere, a parlare, a denunciare soprusi, discriminazioni ed angherie».
Non solo, spiega, «allargheremo le maglie della discussione anche a tutti quei temi che vedono la donna come figura centrale: dai matrimoni alle adozioni, dalla famiglia alla gestione simultanea dei figli e del lavoro, alla scuola, soprattutto in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo a causa del Covid-19, una pandemia che ha avuto ripercussioni sulla violenza nelle mura domestiche che non possiamo ignorare, che non deve più ripetersi con un lavoro ex ante da pianificare per tempo in caso di emergenza». La consigliera garantisce il suo impegno nella realizzazione di «reti virtuose tra famiglie, scuola e enti locali per la massima tutela del lavoro femminile e soprattutto spingeremo affinché vi sia partecipazione attiva anche degli uomini, a partire dai nostri ragazzi, a campagne di sensibilizzazione, convegni e incontri. Perché questo è parità: tutti sullo stesso livello senza corsie preferenziali ma giusto riconoscimento delle qualità della persona, senza alcuna distinzione di sorta, a partire da quella di genere».