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Elezioni regionali, partita sul filo delle alleanze. Incerte le nozze Pd-M5S

Un puzzle tutto da costruire: le due coalizioni si stanno muovendo per definire l'assetto finale. Centrosinistra in mano ai 5Stelle. Centrodestra in attesa di un nome dalla Lega

ANCONA – Matrimonio Pd-5 Stelle? Non è ancora fumata bianca, ma qualche “segnale di fumo” comincia ad arrivare.

Il leader dei pentastellati Luigi Di Maio nei giorni scorsi ha lasciato intendere di poter aprire ad una intesa con il Pd in Campania a patto che il candidato non sia De Luca. E nelle Marche? Anche qui i 5 Stelle sono l’ago della bilancia. Oltre all’altolà sul candidato alla poltrona di governatore, che per i pentastellati non deve essere Ceriscioli, c’è l’attesa del via libera su Rousseau anche se prima del voto occorre mettere a punto un programma condiviso e proprio per questo la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro fra gli esponenti della coalizione. Ma intanto sembra possa esserci convergenza sul nome dell’ex rettore Sauro Longhi.

L’apertura è vista in maniera positiva dal capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Maggi: «Per ora non abbiamo nessuna novità relativa alle Marche, ma anche se le realtà delle regioni sono diverse le une dalle altre e in alcune occorre andare da soli, credo che la discussione e il confronto vadano fatti, nel solo interesse dei cittadini marchigiani», dichiara stemperando alcuni attacchi ricevuti dal centrodestra negli ultimi giorni che avevano tacciato l’alleanza Pd-5 Stelle come “salva poltrone”. «Siamo convinti di poter portare idee e attuare una politica in favore della gente – conclude – , quindi ben venga il dialogo specie se nelle condizioni di non rinunciare ai nostri principi».

«La soluzione migliore per il governo delle Marche – commenta il segretario regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi – è partire dai problemi e condividere le soluzioni, con una coalizione nuova, larga e civica, di cui i 5Stelle devono far parte. Le recenti dichiarazioni di Di Maio circa la possibilità di ricercarla in Campania contiamo valgano ancora di più per le Marche. Noi ripartiamo dalle vite dei marchigiani, gli altri dagli accordi romani».

Piergiorgio Carrescia di Italia Viva parla di una presa di posizione analoga a quella espressa dal capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Maggi «quando aveva detto che il quesito su Rousseau era condizionato dall’avvicendamento del presidente Ceriscioli».

Nel centrodestra intanto il quadro delle alleanze si fa un po’ più chiaro e proprio ieri (14 gennaio) un altro tassello si è aggiunto al puzzle del candidato Francesco Acquaroli. Il commissario regionale dell’Udc, Antonio Saccone, ha confermato l’adesione del partito alla coalizione che vede in campo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega anche se gli esponenti del carroccio non hanno ancora sciolto le riserve sul candidato del centrodestra. Il commissario della Lega Marche Paolo Arrigoni ha dichiarato «attendiamo che si pronunci Matteo Salvini».

«Apprezziamo sul piano personale l’onorevole Acquaroli per la sua esperienza amministrativa sia comunale che regionale e ora anche parlamentare», ha spiegato Saccone.

Il senatore dell’Udc spinge l’acceleratore sul rilancio occupazionale e produttivo, questioni sulle quali «è ora di reagire con politiche semplici ed efficaci tutte concentrate intorno a questi obiettivi».

Insomma la partita fra centrosinistra e centrodestra è aperta e si gioca tutta sul filo delle alleanze dove ogni punto in più è prezioso e può fare la differenza fra continuare a governare una regione o cambiare dopo 27 anni. La posta in gioco è troppo alta.