ANCONA – Sull’esondazione del Seveso a Milano intervengono i geologi delle Marche che lanciano un appello: «Strumenti di prevenzione siano obbligatori per pianificare il territorio». «Le recenti alluvioni avvenute nel nord Italia sono un monito per tutto il Paese – afferma il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini in una nota stampa – , e in particolare a chi il Paese lo amministra: la prevenzione del rischio idrogeologico e sismico dev’essere una delle massime priorità e gli strumenti che la garantiscono devono essere integrati a pieno titolo nella pianificazione territoriale».
«Senza rivangare i tragici eventi avvenuti nelle Marche (2022) ed Emilia Romagna (2023) – continua Farabollini -, nelle ultime ore la zona nord di Milano è stata ancora una volta allagata dal fiume Seveso. Nonostante si tratti di un evento ormai abituale, con circa cento piene in cinquant’anni, ancora oggi solo una delle quattro vasche di laminazione – utili ad accogliere la piena evitando che questa invada gli abitati – è in dirittura d’arrivo. Nei giorni precedenti altri corsi d’acqua, soprattutto nel Parmense e in Toscana, sono esondati e c’è un uomo tutt’ora disperso: era stato visto annaspare nell’acqua del fiume Parma».
Tuttavia, prosegue, «non vogliamo cadere nell’errore di pronunciare parole vuote. Cosa intendiamo esattamente con “prevenzione”? Facciamo due esempi: microzonazione sismica e cartografia geologica Carg. La prima serve per indicare le aree che potrebbero avere una maggiore amplificazione del segnale sismico e quindi degne di indagini sito-specifiche per evitare danni e morti al momento dell’evento. È stata completata in tutto il cratere degli eventi sismici 2016-2017 e le Marche sono una delle regioni che hanno fatto meglio in questo ambito».
Farabollini spiega che la cartografia Carg mostra le principali caratteristiche geomorfologiche di un territorio a scala generale, ma «più precisa della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000 degli anni 50-60. Si tratta di un documento fondamentale per realizzare Piani paesaggistici regionali e provinciali e può costituire la base di ogni piano regolatore: in pratica il Carg consente di capire quali zone di un comune sono più soggette ad alluvione o frana, dando la possibilità di intervenire per diminuire l’impatto su persone o cose oppure, meglio ancora se possibile, dando un robusto argomento scientifico per non realizzare strade, case o infrastrutture destinate a essere spazzate via o seriamente danneggiate».
Due «buoni esempi di prevenzione che dovrebbero far parte, obbligatoriamente, del percorso di sviluppo territoriale in tutta Italia. In altre parole, la nostra richiesta è che in ogni angolo della nostra penisola, gli amministratori a tutti i livelli siano obbligati a consultare e a tenere conto sia della microzonazione sismica sia del Carg. Che, vale la pena ricordarlo, sono realizzati da professionisti che conoscono profondamente non solo la materia, ma anche il territorio in cui operano. Geologi in primis. La cartografia Carg, come già abbiamo denunciato in precedenza, potrebbe però non vedere mai la luce. Il governo ha stanziato infatti 55 milioni di euro per gli anni 2023-2024 e 2025 per realizzare i fogli geologici Carg, ma al momento – conclude – non è stata programmata una seria attività necessaria a spenderli. Il risultato è che, se questa inazione proseguirà, quei 55 milioni andranno persi».