ANCONA – Europa Verde alza il velo sulle sue scelte in vista delle prossime amministrative del 14 e 15 maggio: sarà Roberto Rubegni il candidato a sindaco del partito che stamattina al Mercato delle Erbe ha spiegato la decisione di correre da solo e i temi che fanno parte del programma verde anconetano. Insieme a Roberto Rubegni anche Lanfranco Giacchetti, Caterina Di Bitonto e Tania Andreatini. Rubegni, cinquantasettenne dottore commercialista, è stato anche amministratore delegato di Anconambiente, ed era il nome atteso dopo il fallimento del tentativo di realizzare una coalizione di sinistra insieme a Movimento Cinque Stelle e Altra Idea di Città.
«Abbiamo una grande responsabilità – ha illustrato il candidato di Europa Verde –, che è quella di cambiare la città e di dare voce e ascolto a chi crede che ormai ci sia un’urgenza a cui bisogna dare risposta. La crisi climatica è in pieno svolgimento e Ancona deve fare la sua parte. Ci rivolgiamo alle persone che non si riconoscono nel progetto del centrosinistra e della destra, persone che chiedono risposte per una migliore qualità della vita e un maggiore ascolto, una maggiore inclusione rispetto a quelle che sono le tematiche più importanti. Questo è ciò che è mancato in questi anni: la capacità dell’amministrazione comunale di prestare attenzione a quelle che sono le istanze che arrivano dai cittadini».
Idee e programmi secondo Rubegni: «Il programma che presentiamo è incentrato sull’ambiente, ma non solo. C’è la cura del verde urbano con una riforestazione che migliori la qualità dell’aria di Ancona, c’è l’area marina protetta, argomento che ci vede particolarmente coinvolti e che porteremo avanti con forza riproponendolo alla città, perché non è un costo ma un’opportunità. Solo ad Ancona finora non se ne sono capiti i vantaggi. E poi c’è il porto, che deve avere maggiore integrazione con la città, un’integrazione all’insegna della sostenibilità: indispensabile l’elettrificazione delle banchine, inutile il banchinamento delle grandi navi. Vogliamo restituire il porto alla socialità e all’integrazione. E le frazioni, lasciate indietro, abbiamo un progetto che le può riconnettere con il resto della città, sia per la vivibilità che per i trasporti. Ma anche il progetto di realizzare una rete di inclusione cittadina che veda coinvolto il mondo dell’associazionismo. Intendiamo sviluppare i rapporti e dare fiducia alle istituzioni universitarie, che possono fornire idee di sviluppo, progetti e soluzioni. E da ultimo un assessorato al lavoro. L’atteggiamento dell’amministrazione comunale su questo tema è sempre passivo. Un assessorato del genere potrebbe essere di sostegno alle dinamiche del mercato del lavoro. La responsabilità di chi ci ascolta è quella di capire che in questo momento dobbiamo assolutamente agire e credere in una migliore e più grande tutela ambientale. Dobbiamo fornire risposte che facciano dell’ecologia il centro del nostro pensiero. La nostra identità è forte e questo è il momento buono per cambiare questa città».
Sul mancato accordo con la coalizione alternativa di sinistra s’è espressa Caterina Di Bitonto: «Abbiamo lavorato per costruire una coalizione che potesse fare in modo che il nostro e gli altri programmi, molto simili, convergessero verso l’espressione di una candidatura comune. Abbiamo lavorato molto per la candidatura di Sauro Longhi, che non è stata condivisa dalla coalizione, abbiamo sostenuto quella di Andrea Nobili, ci siamo spesi con molta serenità, e con altrettanta serenità, visto che evidentemente questi candidati non sono stati condivisi dalle altre forze politiche, proseguiamo per conto nostro lasciando la porta totalmente aperta per tutte le forze politiche e civiche che vorranno avvicinarsi con il loro contributo a noi e al nostro candidato».