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Eutanasia, Saltamartini sul caso Antonio: «Abbiamo sollecitato risposta». Mangialardi: «Il Comitato etico si esprima»

L'assessore alla Sanità è intervenuto in Aula sul caso del tetraplegico marchigiano che chiede di accedere al suicidio medicalmente assistito in risposta all'interrogazione dei dem

L’associazione Luca Coscioni

ANCONA – Al Comitato etico regionale delle Marche, Cerm, è stata notificata «la sentenza del Tribunale di Fermo» che ordina all’azienda sanitaria di verificare i requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito per Antonio, il marchigiano tetraplegico da otto anni. A riferirlo nell’Aula del Consiglio regionale è stato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in risposta ad una interrogazione del Gruppo Pd.

Sono quattro le condizioni per poter accedere al suicidio medicalmente assistito, che l’azienda dovrà verificare, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza sul caso Cappato-DjFabo. Saltamartini ha spiegato che «la sentenza della Corte Costituzionale deve essere applicata, e la sentenza del tribunale Fermo che chiede al Comitato etico se sussistono le quattro condizioni per applicare la sentenza della Corte per l’aiuto al suicidio senza responsabilità penale è stata notificata al Comitato etico».

«Dall’assessorato è stata data indicazione di sollecitare una risposta e di pervenire all’applicazione di questa sentenza» ha detto l’assessore, aggiungendo che «è incardinato in Parlamento il ddl sul fine vita. Vediamo se dopo la sentenza della Corte costituzionale, che non prevede l’obbligazione dell’Asur di somministrare la dose leale, ma stabilisca che in presenza di 4 condizioni il suicidio assistito non sia penalmente punibile, il Parlamento adotterà una legge che porterà a una disciplina su questa materia».

Le condizioni che l’azienda dovrà verificare sono la capacità di intendere e volere del paziente, una patologia irreversibile, macchinari elettromedicali che garantiscono la prosecuzione della terapia, l’impossibilità di somministrare cure capaci di guarire.

Una vicenda, quella di Antonio, che si aggiunge al caso Mario, il tetraplegico marchigiano 43enne che ha fatto da apripista nella battaglia, denunciando l’Asur Marche per i ritardi, ma sul fronte degli sviluppi quella del 43enne è una vicenda che si è arenata sul farmaco da utilizzare.

Sul caso è intervenuto anche il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi puntualizzando che la disposizione verso il Comitato etico di adempiere alle indicazioni e all’obbligo che è arrivato dalla sentenza di verificare le condizioni di sussistenza dei quattro requisiti «e procedere dando seguito alla sentenza della Corte costituzionale non basta: il Cerm si deve esprimere e mettere nelle condizioni di eseguire fino in fondo la sentenza. Altrimenti non possiamo rimanere in attesa della norma nazionale che magari inevitabilmente arriverà. C’è una questione di efficacia immediata della sentenza della Corte che va applicata, né parlamento e né governo potranno modificarne l’efficacia».