Attualità

Eutanasia, Mangialardi (Pd): «Parlamento approvi legge fine vita». Adinolfi (Pdf): «Vittoria dell’Italia pro-life»

Pd e Popolo della famiglia commentano il no della Consulta al quesito referendario sull'eutanasia. Pareri diametralmente opposti su un tema di grande delicatezza ed attualità

ANCONA – «Il milione di firme raccolte spinga il Parlamento ad approvare in tempi brevi una legge sul fine vita». Così il capogruppo consiliare del pd, Maurizio Mangalardi, commenta la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il quesito referendario che proponeva di depenalizzare il reato di omicidio del consenziente promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che aveva raccolto a supporto 1milione e 200mila firme.

Un tema di grande delicatezza e attualità che divide il mondo politico. Nelle Marche al momento sono due i casi di persone che hanno chiesto di poter accedere al suicidio medicalmente assistito: si tratta di Mario e Antonio, nomi di fantasia di due uomini tetraplegici, che stanno combattendo una battaglia, supportati dall’Associazione Luca Coscioni, per porre fine alle sofferenze legate alla loro condizione.

La Consulta ha respinto il quesito referendario perché con l’abrogazione parziale della norma sull’omicidio del consenziente non sarebbe stata preservata la tutela minima necessaria (come previsto dalla Costituzione) della vita umana, non solo in termini generali, ma con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.

«Abbiamo sostenuto convintamente la campagna promossa dall’Associazione Luca Coscioni per indire il referendum sull’eutanasia legale – aggiunge Mangialardi -, pur consapevoli che l’inammissibilità sentenziata dalla Consulta potesse rappresentare uno scenario possibile. Ovviamente dispiace perché il referendum avrebbe aperto un dibattito molto sentito nella nostra società, come dimostra il milione di firme raccolte. Dispiace, ovviamente, anche per quelle tante persone che soffrono e che guardavano con grande speranza al possibile esito positivo della consultazione referendaria».

Mangialardi insieme all’Associazione Luca Coscioni

Secondo il dem, «il lavoro svolto nei mesi scorsi da tanti volontari di partiti e associazioni non andrà sprecato. Anzi, proprio il risultato straordinario della raccolta firme, così a cui si aggiunge la scossa data alle nostre coscienze dai casi dei marchigiani Mario e Antonio, deve rappresentare per le forze politiche in Parlamento una spinta in più per approvare entro la fine della legislatura una legge che codifichi nel nostro ordinamento l’intero complesso di principi, regole e rapporti, personali e istituzionali, collegati al tema generale del fine vita. Una legge fondamentale anche per far emergere dall’area grigia dell’illegalità una pratica che, senza ipocrisie, sappiamo tutti essere diffusa nonostante i possibili e rilevanti rischi di chi si assume l’onere di aiutare coloro che decidono consapevolmente di porre fine alle proprie sofferenze».

Da sinistra Sebastianelli e Adinolfi

Di parere diametralmente opposto il commento del Popolo della Famiglia che ha rilanciato la posizione del leader del movimento politico che sostiene la tesi pro-life, Mario Adinolfi: «il Popolo della Famiglia ha spiegato per mesi che era un quesito irricevibile, tra le inutili irrisioni di chi non conosce il diritto». Secondo Adinolfi, Cappato «sapeva benissimo che sarebbe stato respinto, ha cercato di costruire indebite pressioni sul sistema politico. Siamo lieti di aver viste riconosciute le nostre ragioni, la vita nell’ordinamento italiano è bene indisponibile. Grande vittoria dell’Italia pro-life».