ANCONA – Si riunirà nei primi giorni della prossima settimana la commissione disciplinare dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Ancona che dovrà decidere le sorti professionali di Sergio Costantini, il medico falconarese indagato per aver somministrato soluzione fisiologica al posto del vaccino contro il covid-19.
Dopo essere stato convocato recentemente in audizione dai vertici OMCeO dorici, la commissione analizzerà nei prossimi giorni gli addebiti dal punto di vista deontologico a carico del medico di medicina generale finito al centro dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona per anomalie commesse nella gestione delle vaccinazioni Covid-19.
Il medico avrebbe chiesto di autosospendersi dall’Ordine, ma essendoci un provvedimento disciplinare in corso questo dovrà seguire il suo iter fino a conclusione. L’eventuale interdizione del medico, nel caso specifico, può avvenire solamente dopo un regolare processo disciplinare che ne abbia accertato le responsabilità effettive: il potere interdittivo dell’Ordine è immediato solo nel caso in cui il medico viene incarcerato o arrestato.
La Commissione disciplinare dovrà fissare la data del processo e il medico avrà tempo 20 giorni per produrre la sua memoria difensiva, dopo di ché arriverà la decisione dell’Ordine.
Intanto tra gli assistiti del dottor Costantini c’è anche chi ha sporto denuncia nei confronti del medico: si tratta di una 73enne “vaccinata” nell’ambulatorio di via Marconi che dopo l’esplosione mediatica del “caso” ha voluto vederci chiaro. La donna si è sottoposta privatamente al test sierologico che ha evidenziato l’assenza di anticorpi contro il covid-19.
«Si è sentita raggirata e usata» spiega il legale Andrea Nobili, nel puntualizzare lo stato di apprensione della 73enne all’apprendere la notizia di non essere immunizzata contro il virus. Oltretutto, come evidenzia l’avvocato «non si sa cosa le sia stato iniettato».
La signora aveva ricevuto la prima dose fittizia di vaccino intorno a metà aprile, quando si era recata nell’ambulatorio del suo medico di famiglia per avere informazioni sulla vaccinazione, ma una volta lì il medico le avrebbe proposto di ricevere subito la prima inoculazione di siero Pfizer, che però di fatto non ha mai ricevuto, stando al referto del test sierologico.
Costantini aveva rilasciato alla sua assistita la documentazione attestante il vaccino ricevuto e la data del richiamo. Insomma sembrava tutto a posto. «Attendiamo fiduciosi l’esito delle indagini – conclude Nobili – e si auspicano provvedimenti seri da parte dell’Ordine dei Medici affinché situazioni di questo tipo non si verifichino più».
Intanto gli uomini della Squadra Mobile di Ancona, guidati da Carlo Pinto, stanno ascoltando gli assistiti del medico, alcuni dei quali sarebbero stati contattati dallo stesso Costantini per essere sottoposti alla vaccinazione. L’ipotesi di reato, a carico dell’uomo, al momento è quella di falso ideologico e lesioni personali commessi da pubblico ufficiale.