ANCONA – È ancora polemica sulle dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli relative al concetto di «famiglia naturale» e dei ruoli di madre e padre all’interno del nucleo. Questa volta ad andare all’attacco è Potere al Popolo di Senigallia che parla di «sciagurate affermazioni» rilasciate in tempi di «crisi economica e sociale sempre più sentita nelle Marche». Il movimento politico sostiene «l’inesistenza di un welfare pubblico e accessibile dietro al “comblotto gender” di sostituzione etnica e crisi della famiglia tradizionale», inoltre snocciola una serie di dati. «Nelle Marche – – si legge nella nota stampa – il 50% dei contratti di lavoro sono atipici e precari (Fonte: Ires Marche), la richiesta di Cig per il 2020 si attesta a oltre 102 milioni di ore (nel 2019 erano 14 milioni) e quella di Fis a 26 milioni (nel 2019 erano 64mila). Questo vuol dire che ci sono anche lavoratrici e lavoratori che da circa un anno sono fermi, a stipendio ridotto e senza la possibilità di accedere a nessun altra forma di intervento sociale (Fonte: Ires Marche). Quasi 50mila persone hanno perso il lavoro nell’ultimo anno nel settore terziario. Di queste oltre 36mila solo tra commercio, alberghi e ristoranti (Fonte: CNA Marche)».
Poi l’accento va sulle elaborazioni IRES relative all’anno educativo 2018/2019, dai quali emerge che «solo 1 bambino su 4 può accedere ai servizi di asilo nido. I dati parlano chiaro e ci raccontano il deserto politico creato da decenni di definanziamenti e privatizzazioni. Un deserto in cui l’idea di famiglia naturale posta a misura di tutte le cose non solo è aberrante e escludente ma comoda. Comoda per chi come la maggioranza di Lega-FDI dice di voler investire a sostegno della genitorialità – solo quella della Mulino Bianco però – aprendo al privato le strutture di assistenza territoriale e apponendo come clausola finale di ogni ragionamento l’invarianza finanziaria (art 24 della proposta di legge) che quindi vuol dire non investire nulla».
Ma il movimento politico non lesina una stoccata anche ai dem, al governo della Regione per oltre 25 anni. «Comoda per chi come il PD ha bisogno di ripulirsi la faccia ma non la coscienza, ergendosi ora a difesa delle donne e della libertà di scelta – prosegue la nota -. Ora, perché quando era maggioranza i tagli al piano socio-sanitario regionale non permettevano di sostenere la genitorialità o l’occupazione. Ieri, come oggi, la famiglia tradizionalmente intesa, rimane la spina dorsale di uno stato che ha scelto di tirarsi indietro e di anteporre le ragioni del profitto a quelle della salute e della dignità umana. La famiglia era e continua a essere il primo ammortizzatore sociale e non è un caso che i nuclei monofamiliari siano sostanzialmente esclusi dalle graduatorie di accesso ai servizi. Per loro, come per tutte le altre forme di esistenza atipica e precaria, che sono però la costante di questa epoca, non rimangono che le briciole: contributi straordinari, una tantum, il contentino lasciato per fare in modo che tutto cambi senza cambiare nulla».
«Non vogliamo essere costrette ad affidarci a un’idea di famiglia per uscire da una crisi che non è nostra – conclude la nota – . Una crisi che privatizza i rischi, addossandoci le responsabilità di un sistema in conflitto con la vita stessa».
Critico sulle parole di Carlo Ciccioli anche Forza Italia con il commissario comunale di Ancona Stefania Teresa Dai Prà e il vice coordinatore provinciale Clemente Rossi che nel dirsi favorevoli «a tutte le iniziative politiche, sociali ed economiche che sono indirizzate al sostegno delle famiglie» precisano come «i ruoli dei genitori sono paritari nello sviluppo psico-fisico dei figli».
«Pensare alla donna-madre come colei che ha il solo compito di accudire
la prole è una visione anacronistica, svilente nel ruolo centrale che
in realtà svolge giornalmente nel contesto lavorativo, sociale e
famigliare» spiegano, precisando che «il sostegno ai nuclei familiari deve essere ampliato senza vincoli alcuni a tutti i legami affettivi di coppia soprattutto in presenza di figli. Continuare a seguire una strada politica che limita la libertà di scelta delle donne e delle coppie di fatto, rischia inutilmente di mettere in discussione traguardi ottenuti dalla società».
Per questo chiedono che la proposta di legge « i cui firmatari sono
Ausili e Ciccioli, debba tenere ben presente i diritti ottenuti in
questi anni da contesti familiari diversi da quello matrimoniale. Ogni ambito sociale dove sono presenti forti sentimenti di rispetto,
fiducia e condivisione è famiglia e come tale deve avere gli stessi
identici diritti e doveri delle famiglie tradizionali fondate sul
matrimonio. Siamo certi – concludono – che i rappresentanti regionali di Fdi (Fratelli d’Italia ndr) sapranno cogliere i nostri suggerimenti e dimostrare unione di visione politica anche facendo un passo indietro in merito alle esternazioni di questi giorni».
Infine fanno notare che nella proposta di legge «mancano due concetti fondamentali: La Donna e il suo libero arbitrio. Fin dalla fase della gestazione e puerperio è la donna che ha il diritto di scegliere come e in quale modalità occuparsi del bambino. Presentare una proposta di legge rilasciando affermazioni che limitano l’autonomia e il valore della donna rappresentano una visione ideologica sulla quale non possiamo restare in silenzio. Ricordiamo sempre che nel centrodestra abbiamo sensibilità diverse che devono essere racchiuse in una scelta unitaria».