Attualità

Ad Ancona il modello della Fattoria Barcaglione nel carcere, Coldiretti: «Agricoltura protagonista del riscatto sociale»

Francesca Gironi, presidente di Coldiretti Donne Impresa Marche: «Come Coldiretti siamo lieti di farne parte»

Orto sociale Barcaglione (Immagine di repertorio)

«Il progetto di agricoltura sociale del carcere di Barcaglione è pioneristico nel panorama nazionale e dà la dimensione dell’importanza del mondo agricolo al fianco delle comunità», le parole di Francesca Gironi, presidente di Coldiretti Donne Impresa Marche, questa mattina nel corso del convegno “L’agricoltura, strumento d’integrazione sociale per il sistema penitenziario” alla Loggia dei Mercanti di Ancona.

«Come Coldiretti – ha proseguito – siamo lieti di farne parte. Un mondo agricolo strategico che, attraverso la legge regionale sull’agricoltura sociale fortemente voluta nel 2011, prima nel panorama nazionale, è capace di operare e, in questo caso, sostenere le attività di allevamento e coltivazione attraverso le quali i detenuti imparano un mestiere che potranno mettere a frutto una volta usciti dal carcere».

Proprio la Coldiretti è impegnata da anni nel sostenere il progetto della Fattoria Barcaglione, una vera e propria azienda agricola multifunzionale all’interno della Casa di Reclusione. Qui i detenuti, grazie agli insegnamenti del tutor esperto di Ferderpensionati Coldiretti Ancona, imparano gli antichi mestieri legati alla terra: come coltivare olivi e produrre olio, allevare ovini, produrre latte e trasformarlo in formaggio, allevare api e produrre miele, coltivare ortaggi e realizzare bonsai di olivo.

L’azienda di recente è entrata nella rete di Campagna Amica e partecipa ai mercati contadini con i propri prodotti che rappresentano, oltre a un presidio di qualità, anche un simbolo di rinascita e redenzione di persone che sperano di reinserirsi nel mondo lavorativo.