ANCONA – «Abbiamo demandato la Protezione Civile di reperire dei frigo a meno 90 gradi per lo stoccaggio dei vaccini»: lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini a margine della seduta del Consiglio Regionale, sollecitato dai giornalisti.
Si tratta di strumenti necessari per conservare i vaccini anti covid-19, sviluppati dalla Pfizer-BioNTech, le cui fiale vanno trasportate e conservate a temperature molto basse (-80 gradi), rendendo necessario un massiccio utilizzo di freezer e celle frigorifere per lo stoccaggio e il trasporto.
«Ci vogliamo avvantaggiare per non trovarci di sorpresa come avvenuto con i vaccini (ndr antinfluenzali)», ha detto l’assessore, spiegando «li abbiamo prenotati, ce ne sono pochissimi in giro». Sollecitato sul quantitativo di freezer ordinati ha chiarito «ne abbiamo a sufficienza per stoccare una buona riserva, anche di livello nazionale».
E ancora: «Siamo una delle poche Regioni in grado di avere questi frigorifero che conservano fino a -90 gradi – spiega -. Ci possiamo organizzare per essere autonomi. Vedremo quale sarà la struttura, se questi vaccini saranno acquistati direttamente dalla Protezione Civile», ha concluso.
Facendo il punto sui test molecolari per la diagnosi di positività al covid-19, l’assessore ha spiegato che «l’Asur e le nostre aziende hanno cercato di acquistare sul mercato i tamponi», precisando però che «un’asta si è conclusa con l’esaurimento dello stock di 12 mila pezzi». Inoltre, ha dichiarato, «la Protezione civile ce ne aveva promesso uno stock da 230mila unità, invece ce ne hanno consegnati esattamente la metà. Ci troviamo nella situazione per cui la Protezione civile non ce li manda a sufficienza e noi non siamo in grado di acquistarli sul mercato».
Secondo l’assessore ad oggi nelle Marche c’è un’autonomia di tamponi per circa sei, sette giorni, per questo si è detto «abbastanza preoccupato». «Il problema vale soprattutto per gli antigenici – ha detto -, perché sono ormai lo strumento più veloce e più efficace rispetto al tampone molecolare, utilizzato per la verifica nel momento in cui l’antigenico risultasse positivo».