ANCONA – «Che inverno ci aspetta? Non lo passeremo al freddo, forse ci saranno dei sacrifici da fare e sarà un po’ meno caldo del solito, ma probabilmente non avremo razionamenti importanti, l’impressione è che ci saranno razionamenti solo parziali». Ne è convinto il professo Mauro Gallegati, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, e visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia. Il rischio è quello di un razionamento del gas a causa del conflitto Russia-Ucraina.
Una previsione, puntualizza, valida «sempre che passi la linea del tetto al pezzo del gas: se questa non dovesse passare è possibile che ci saranno razionamenti più consistenti e impattanti». Secondo l’economista «i paesi frugali, quelli del Nord Europa, come Olanda e Germania,, sostengono che non sia necessario mettere un limite al prezzo del gas – spiega – mentre la posizione dell’Italia e quella degli altri paesi europei punta a frenare il prezzo del gas e la speculazione mettendo un tetto».
Per il professor Gallegati, per arrivare ad un tetto al prezzo del gas «è necessario che ci sia un accordo, tra i paesi europei, a non acquistare il gas oltre una determinata quota di prezzo, in ogni caso, il problema è si, nostro che dobbiamo acquistare il gas, ma è anche di chi lo vende, la Russia, che ha bisogno dell’Europa che acquisti questa risorsa. Certo – spiega – le ripercussioni dell’incremento dei prezzi per l’Italia è più pesante che per gli altri paesi europei, dal momento che noi siamo completamente dipendenti dalle importazioni estere di petrolio e gas, e oltretutto prima di attuare una transizione green serviranno non meno di 5 – 10 anni».
Insomma una situazione complicata per il Belpaese, con la crisi idrica a complicare il quadro e giacimenti di gas nell’Adriatico «insufficienti». «Se arriviamo alla ‘canna del gas’ – spiega – le useremo, ma non è conveniente farlo, sarebbe più opportuno invece puntare sull’energia solare, in quanto la parte più consistente dell’inquinamento arriva dal riscaldamento delle abitazioni».