ANCONA – «Le sanzioni alla Russia? Ne siamo danneggiati, ma ne sono danneggiati soprattutto i russi». Lo dice l’economista Mauro Gallegati, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, e visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia. Con la questione delle sanzioni alla Russia tornata di attualità, l’economista spiega che «mai come in un ‘incontro di pugilato’ come questo, tra Russia e Europa, chi sferra più pugni vince, ma li riceve anche».
Il professor Gallegati si riferisce al rischio che la Russia possa chiudere i rubinetti del gas, lasciando l’Europa a secco, o meglio al freddo: «La Russia non chiuderà i rubinetti, loro sarebbero i primi ad esserne penalizzati in quanto non potrebbero vendere gas e petrolio a Cina e India, senza aver prima realizzato degli oleodotti e gasdotti».
Tornando alle Marche, quanto siamo penalizzati come regione da queste sanzioni? «Siamo abbastanza penalizzati perché specializzati in calzature, moda e mobilio di lusso, prodotti acquistati soprattutto dalla Russia». Secondo l’economista però «le sanzioni alla Russia funzionano, e il pil sta crollando così come la moneta russa in calo tra il 20 e il 40% in quanto il paese è specializzato soprattutto nell’esportare materie prime e non nella produzione di beni intermedi o finali».
Tra i problemi che secondo Gallegati stanno colpendo la Russia a causa delle sanzioni c’è «la fuga delle società straniere che stanno tornando a casa e che lasciano il paese senza alcuni prodotti». Insomma per l’economista «tra Russia e Europa c’è una sorta di dipendenza reciproca: l’Europa dal gas russo, la Russia dai prodotti europei».