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Giornata del Rifugiato, nelle Marche 3.766 migranti. Marinucci: «Regione promuova un tavolo di confronto sull’accoglienza»

Nella Giornata Mondiale del Rifugiato la segretaria regionale della Cgil rende noto che «la percentuale di migranti in accoglienza su base regionale è pari solo al 3% del totale dei presenti sul territorio nazionale»

Rifugiati (Foto di Bonnie Ferrante da Pixabay)

ANCONA – Nei centri di accoglienza delle Marche sono presenti «2.447 migranti», mentre «1.319 sono presenti nei centri Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione)» per «un totale di 3.766 persone». A fornire i dati, aggiornati al 15 giugno 2023 del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, è la Cgil Marche. Il sindacato, nella Giornata Mondiale del Rifugiato, rende noto che «la percentuale di migranti in accoglienza su base regionale è pari solo al 3% del totale dei presenti sul territorio nazionale».

La segreteria regionale Cgil Marche, Rossella Marinucci, riferendosi al naufragio avvenuto la notte tra il 13 e il 14 giugno in Grecia con 78 vittime accertate e centinaia di dispersi, «c’erano almeno 100 bambini nella stiva di quella imbarcazione» dichiara «basta parlare di tragedie, sono stragi frutto di decisioni e precise responsabilità politiche. Le emozioni passano sempre più velocemente, e noi abbiamo la responsabilità morale, culturale e sociale di praticare una vera accoglienza».

«Come regione – dice -, possiamo e dobbiamo fare di più. Abbiamo invano richiesto più volte alla Regione Marche di promuovere un tavolo permanente di confronto e collaborazione fra soggetti istituzionali e sociali, organizzazioni sindacali e associazioni che si occupano di accoglienza, ma si sceglie in modo inaccettabile di agire solo sulle emergenze ed esclusivamente in termini di sicurezza».

Secondo il sindacato «bisogna aprire canali sicuri e legali di ingresso in Europa e istituire quanto prima una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, per evitare il ripetersi di simili stragi che si susseguono, in un clima di indifferenza crescente. L’Italia – si legge nella nota – non è solo la porta d’entrata dell’Europa per chi vive dall’altra sponda del Mediterraneo. l’Italia è parte della regione del Mediterraneo e dovrebbe praticare politiche di integrazione e coesione, sostenere i processi di democratizzazione e di promozione dei diritti universali anziché continuare con la politica di militarizzazione delle frontiere europee sulla pelle dei migranti. Una logica cinica ed inapplicabile – conclude il sindacato -, in piena violazione dei diritti umani e del sistema europeo di asilo».

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