ANCONA – I rincari generalizzati pesano anche sulle gite scolastiche. Il caro carburante ha costretto i tour operator a ritoccare le tariffe al rialzo, ma gli istituti scolastici non rinunciano a questa opportunità ed hanno trovato il modo di fronteggiare la situazione.
I rincari si aggirano «tra il 10 e il 15% e sono legati ai trasporti» spiega Antonio Recchi, titolare di Criluma Viaggi ad Ancona e vice presidente nazionale Maavi, Movimento Autonomo Agenti di Viaggio Italiani. L’agenzia di viaggi organizza visite d’istruzione, dopo aver partecipato e vinto bandi di gara, non solo per conto di istituti scolastici delle Marche, ma anche di altre regioni. Nonostante il rialzo dei prezzi, spiega, «cerchiamo di andare molto incontro alle famiglie e la stessa cosa fanno anche i presidi che stanno facendo i ‘salti mortali’ per rendere la gita più inclusiva possibile».
Recchi fa notare che «una gita scolastica non può rinunciare ad essere istruttiva perché ovviamente è un viaggio ben diverso dalla gita domenicale, in cui magari ‘ci si arrangia’ per risparmiare: nella gita scolastica non si può rinunciare alla sicurezza né alle escursioni, elementi, che insieme ai trasferimenti (in aereo o pullman) incidono sul costo finale. Certamente il viaggio di istruzione deve essere inclusivo, senza penalizzare il suo obiettivo, garantire formazione». Mediamente una gita scolastica alle superiori dura tra i 4 e i 5 giorni e tra le mete più amate ci sono Roma e Firenze, spesso però si opta anche per qualche capitale europea, chiaramente i costi sono superiori perché includono anche i costi di trasferimento in aereo.
«Abbiamo organizzato alcune gite in Sicilia con volo da Ancona – spiega Recchi -, in altri casi per andare incontro a tutte le famiglie e per contenere i costi del viaggio abbiamo organizzato un trasferimento in pullman fino a Napoli e poi il viaggio in traghetto fino alla Sicilia, ma in questo caso la vacanza si è allungata. Per quanto riguarda le capitali europee – aggiunge – dove possibile si va in pullman per tagliare sui costi».
«I viaggi d’istruzione – dichiara il presidente dei presidi marchigiani, Riccardo Rossini (Anp) – sono uno strumento didattico importantissimo anche dal punto di vista relazionale perché consente agli studenti di vivere la vita scolastica in maniera diversa, per questo è importante mantenere spazi e momenti di questo tipo. Nonostante la problematica dei costi, occorre continuare a programmare viaggi d’istruzione, visite guidate e uscite didattiche, magari prevedendo tempi più brevi, che anche se limitano l’aspetto contenutistico, ne mantengono intatta l’efficacia e il significato».
Gli istituti scolastici sono corsi ai ripari e fronteggiano i rincari legati alle gite d’istruzione riducendo la durata del viaggio, spiega Rossini, «magari invece di cinque giorni si organizza una gita da quattro giorni, un giorno in meno per lasciare il costo preventivato immutato». In ogni caso il presidente di Anp sottolinea che le rinunce alle gite, «in alcuni casi avvengono da parte degli istituti anche perché fanno fatica a trovare accompagnatori; i docenti temono le responsabilità legate alla sorveglianza dei minori durante una gita. Basta guardare al recente caso del ragazzino tedesco che a Bolzano è caduto dal terrazzo: pensare che un minore di notte invece di dormire possa girare per l’albergo crea ansia e i docenti spesso si spaventano».
Anche il Cgd Coordinamento Genitori Democratici – Comitato di Ancona rileva che «in alcuni casi lo scorso anno gli studenti delle quinte (superiori) non sono potuti andare in gita scolastica per via del costo troppo alto» spiega la presidentessa Laura Trucchia operando «dei distinguo» tra le gite «che vengono pensate come aperte necessariamente a tutti e quindi con mete e costi abbordabili, e gite, come la settimana bianca, che sono certamente poco inclusive per molti motivi (costo, presenza insegnanti di sostegno, mete e percorsi ‘difficili’) che comunque la scuola decide di organizzare, perché comunque le ritiene utili dal punto di vista formativo, anche se la partecipazione è di una minoranza degli studenti. Per la settimana bianca – aggiunge – si è detto che comunque, per molte famiglie, costituisce l’unico modo per mandare i figli a sciare».
L’altro problema posto sul tavolo dal Comitato è quello relativo alle difficoltà per gli studenti che hanno cittadinanza straniera di partecipare a gite all’estero perché certi tipi di passaporto, ma soprattutto di documenti di soggiorno di cui dispongono gli studenti e studentesse straniere, non consentono loro di viaggiare. Hanno bisogno di molti documenti in più. In particolare della copia del permesso/carta di soggiorno di ciascun minore o del permesso/carta di soggiorno del genitore ed eventuale ricevuta postale attestante la richiesta di rinnovo/rilascio se questo fosse scaduto. In alcuni casi magari un genitore ha i documenti in regola, l’altro ce li ha scaduti e sono in corso di aggiornamento, ma le Questure sono intasate di lavoro e vanno a rilento».