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Governo verso la crisi, l’economista Gallegati: «Elezioni? Da destra e sinistra poche idee»

«Ci salveremo se la Banca Centrale Europea annullerà il debito pubblico»: mentre il governo sembra arrivato ai titoli di coda, ci si interroga sull'impatto economico della crisi in caso di elezioni

Mario Draghi (Photo: Raul Mee EU2017EE)

ANCONA – Crisi di governo a un passo. Il Senato voterà la fiducia posta dal governo Draghi sul Dl Aiuti, i 5 Stelle usciranno dall’aula, aprendo una crisi politica e Draghi andrà al Quirinale. Mentre una mediazione è in corso, il governo sembra destinato verso il “the end”. Cosa ci aspetta in caso di crisi? Lo abbiamo chiesto all’economista Mauro Gallegati, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, e visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia.

Il professor Gallegati ipotizza gli impatti della crisi sulla base di due possibili scenari: quello che la crisi sfoci in un ‘rimpasto’ e quello che si vada ad ‘elezioni’. «Nell’ipotesi di elezioni – dice – occorre considerare che al momento attuale né il centrodestra né il centrosinistra hanno programmi chiari: il troppo liberismo che sembra portare il centrodestra non promette niente di buono, mentre il centrosinistra in questa fare sembra non avere idee».

Secondo il professor Gallegati la sfida attuale è quella di «cambiare il sistema produttivo per renderlo meno impattante sull’ambiente e maggiormente competitivo: il centrodestra propone un modello basato sull’abbassamento delle tasse che si traduce in minori servizi, come ad esempio quelli sanitari, un modello che non funziona, e che storicamente non ha mai funzionato, basta portare come esempio la carenza di sanitari negli ospedali, come si fa ad assumere riducendo le tasse? Oltretutto l’Italia è il paese europeo in cui ‘i ricchi’ pagano meno tasse in assoluto».

Dall’altro versante c’è il centrosinistra che però «non ha le idee chiare, né tanto meno una proposta politica: sanno che occorre intervenire sul sistema produttivo anche alla luce del cambiamento climatico, ma non sanno come farlo». Nel mezzo il centro, che nelle ultime elezioni amministrative ha provato a risorgere dalle sue ceneri, ma anche in questo caso secondo Gallegati «nella fase attuale non c’è una proposta».

Nell’ipotesi di un rimpasto «temo che andremo avanti ancora per stop and go, senza un vero piano strategico strutturale: il governo attuale non sta pensando al futuro, sta solamente affrontando le emergenze attuali con un orizzonte temporale di breve periodo, con interventi temporanei, ma senza una visione futura che possa cambiare il corso delle cose in una ottica di medio lungo periodo».

Come ci salviamo dunque? «Ci salveremo se la Banca Centrale Europea annullerà il debito pubblico, come ha già fatto anche in passato, altrimenti si rischia la recessione: è una questione europea non solo italiana, ma direi che la Germania è in una condizione peggiore rispetto all’Italia, ha infatti un sistema bancario regionale molto fragile ed in caso di recessione non riuscirà ad esportare».