ANCONA – Si conclude oggi – 17 febbraio – la Green Food Week, la campagna di Foodinsider che per una settimana porta sulle tavole delle scuole, delle università e delle aziende dotate di mensa, menù sostenibili con piatti a minore impatto ambientale. L’obiettivo è quello di diffondere tra bambini, ragazzi e adulti il concetto di ‘cibo amico della Terra’ in una epoca segnata dai cambiamenti climatici, da una crescente obesità infantile e dallo spreco alimentare.
Che vuol dire menù sostenibile? Significa proporre piatti i cui ingredienti sono stati prodotti rispettando l’ambiente, ovvero legumi, verdure e cereali biologici. Alimenti che possono diventare la base di una dieta rispettosa della salute umana e dell’ambiente in cui gli esseri umani vivono.
«Gli allevamenti animali sono ritenuti tra i maggiori inquinanti presenti sulla Terra, insieme alle fonti energetiche fossili: la Green Food Week in tal senso si prefigge l’obiettivo di fornire una alternativa ecosostenibile» spiega la biologa nutrizionista Francesca Raffaelli di Biomedfood, azienda nata come spinoff dell’Università Politecnica delle Marche, ormai decollata.
«La dieta Mediterranea, universalmente riconosciuta dal mondo scientifico come la più sana, per la varietà dei cibi che riescono a coprire tutti i bisogni nutrizionali, alla sua base vede proprio vegetali, cereali, legumi e frutta – spiega – , i latticini non sono esclusi dalla ‘piramide’ alimentare, così come la carne, le uova e il pesce, ma la Green Food Week è certamente un’occasione importante per far conoscere cibi salutari, specialmente ai bambini, che in genere hanno una alimentazione più selettiva».
Nella settimana alimentare green rientrano anche i concetti di filiera corta e prodotti a km0, del territorio, che dunque non necessitano di un lungo trasporto, con un impatto ridotto sull’ambiente. La biologa nutrizionista sottolinea l’importanza dell’iniziativa che se adottata nelle scuole e nelle famiglie può avvicinare bambini e ragazzi ad alimenti che non rientrano nelle loro abitudini.
«Solitamente i ragazzi mangiano la pasta – osserva – non sono abituati a mangiare cereali come miglio, grano saraceno, orzo o avena. Questi cibi dovrebbero essere introdotti nella loro dieta e compagne di sensibilizzazione come la Green Food Week possono aiutare. A volte la difficoltà ad avvicinare i bambini e i ragazzi a questi cibi è proprio l’abitudine alimentare e quando facciamo consulenze nelle mense scolastiche spesso sono gli stessi genitori a lamentare che i figli non mangiano a scuola ed a chiedere di cambiare il menù, scegliendone uno meno salutare a patto che i figli mangino».
Come fare dunque a superare una certa resistenza tra i ragazzi a menù che contemplino legumi, cereali e frutta? «Servono dei progetti di educazione alimentare – spiega Raffaelli – che con creatività nell’impiattamento e coinvolgendoli nelle ricette, possano avvicinarli a questi cibi. I bambini sono ricettivi e la scuola è il luogo ideale per promuovere una cultura alimentare più sostenibile» conclude.
Cibo sano e sostenibile non significa poco appetitoso, tutt’altro. Il consigliere nazionale della Federazione Italiana Cuochi, Simone Baleani, da alcuni consigli su come rendere i piatti appetitosi e suggerisce ad esempio una «crema di legumi o di verdure, un modo diverso di far assaggiare i vegetali ed i legumi ai bambini».
Tra le ricette propone le polpette di verdure e legumi, con pomodoro e parmigiano a scaglie, una ricetta che riesce a vincere le resistenze, per il gusto delizioso, oppure «una schiacciata di legumi e verdure» come alternativa sana e sostenibile al burger di carne.
Anche il pesce, specialmente quello a km0 zero, come i sardoni, si prestano a ricette appetitose e sfiziose che si abbinano a verdure e legumi. Lo chef suggerisce i sardoni sfilettati e aperti a farfalla, panati con farina di legumi, e poi fritti, affiancati nel piatto da una salsina di pomodoro a km0, una ricetta che avvicina i bambini al pesce rendendoli più aperti a nuovi gusti.