Ancona-Osimo

Ancona, guasto alla linea telefonica: detenuti non possono chiamare per Natale, tensione a Montacuto

Un gruppetto di detenuti si è rifiutato di rientrare in cella non potendo chiamare per un guasto. A segnalare l'accaduto è il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che parla di un «costante e quotidiano clima di tensione»

Il carcere di Montacuto ad Ancona
Il carcere di Montacuto ad Ancona

ANCONA – Ancora tensioni nel carcere di Montacuto. Questa volta l’episodio risale al giorno di Natale, quando un gruppetto di detenuti è andato in agitazione non potendo telefonare ai famigliari per scambiarsi gli auguri di Natale a causa di un guasto alle linee telefoniche.

Il Sappe Marche, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega che alcuni detenuti «hanno interloquito con l’agente di sezione in maniera agitata protestando per il ‘disservizio’ e rifiutando di rientrare nelle celle fino a quando non si sarebbe trovata la soluzione alla problematica».

Tensioni che «avrebbero potuto sconfinare in proteste con gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza» spiega Nicandro Silvestri segretario regionale del Sappe, se non fosse intervenuto il personale di polizia penitenziaria a calmare gli animi.

«La situazione è rientrata dopo che il personale di polizia penitenziaria in servizio ha spiegato ai reclusi la problematica e proposto soluzioni alternative come la video chiamata su WhatsApp» puntualizza il sindacalista, ma intanto quello di Natale «è l’ennesimo episodio che non fa che confermare il costante e quotidiano clima di tensione lavorativa che si vive da ormai un anno nell’istituto penitenziario anconetano in conseguenza alle proteste inascoltate da parte delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria».

Silvestri evidenzia che da tempo i sindacati «rivendicano la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria, l’assenza di interventi da parte dell’amministrazione penitenziaria locale e regionale in merito a una funzionale organizzazione dei servizi,, l’istituzione del nucleo traduzioni cittadino che oltre a garantire la sicurezza delle traduzioni eviterebbe tensioni con la popolazione detenuta garantendo l’effettuazione delle visite specialistiche programmate, la dotazione di un reparto ospedaliero dove allocare detenuti in degenza, l’incremento di attività formative, trattamentali e lavorative in favore dei detenuti».