ANCONA – Con il conflitto scoppiato in Israele si temono ripercussioni sul fronte dei prezzi delle forniture energetiche in un quadro che vede già i listini tornati a salire nell’ultimo mese. Ieri il prezzo del gas è schizzato vicino a quota 50 euro al megawattora con un incremento di circa il 20% in pochi giorni, concomitante alla guerra tra Hamas e Israele.
A crescere non è solo il gas, al centro di fluttuazioni legate agli equilibri geopolitici internazionali c’è anche il prezzo del petrolio le cui quotazioni oggi si attestano vicino ai 90 dollari al barile (86.39 – Wti). Il rischio è che i prezzi dei carburanti e delle bollette salgano ancora dopo un’annata in cui i rincari si sono fatti sentire, eccome.
«È una nuova tegola che si abbatte sulle teste delle famiglie – dice Serena Cesaro di Federconsumatori Ancona – già provate dall’inflazione, dal caro spesa, mutui, affitti ed energia, rincari non proporzionati agli stipendi che invece sono rimasti invariati».
Una situazione che preoccupa l’associazione dei consumatori: «Le famiglie stanno erodendo i risparmi, terminati quelli non sappiamo come molti riusciranno ad andare avanti. Inoltre – osserva – da gennaio 2024 dovrebbe finire il mercato tutelato, una situazione che ci preoccupa, speriamo che il governo lo proroghi, come stiamo chiedendo come Federconsumatori, e che preveda delle forme di tutela per i nuclei familiari fragili».
Federconsumatori rileva anche che gli aumenti legati alle forniture di energia «in questa fase non stanno incidendo ancora sulle tasche delle famiglie perché con il caldo i riscaldamenti sono ancora spenti. Il problema esploderà con forza a breve non appena le temperature si abbasseranno e si inizieranno ad accendere i termosifoni».