ANCONA – ‘Il Furore delle Acque’, si intitola così il libro che in 134 pagine di immagini racconta la storia dell’alluvione del 15 settembre scorso attraverso gli interventi eseguiti dai vigili del fuoco in quelle drammatiche giornate, quando morirono 12 persone: la vittima più giovane, Mattia Luconi di otto anni. Il libro nasce da una idea del comandante regionale dei vigili del fuoco, Antonio La Malfa, prossimo al pensionamento, mentre il titolo del libro è un verso della preghiera del vigile del fuoco. Alla stesura hanno lavorato Andrea Bilò, Gianni Sarta e Danilo Dionisio della direzione regionale.
Dal pomeriggio del 15 settembre gli interventi andarono avanti per quasi un mese e se nelle prime settimane si concentrarono sul soccorso alle persone, poi si dedicarono alla messa in sicurezza delle aree colpite dall’alluvione. In tutto furono 2.500 gli interventi, 1.500 circa quelli eseguiti dal comando di Ancona. Nel senigalliese operarono non solo squadre dei vigili del fuoco da tutte le Marche, ma anche da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Calabria.
Ad eseguire il maggior numero di interventi il comando di Ancona, guidato dal Comandante Pierpaolo Patrizietti, sotto la cui competenza ricade il territorio del senigalliese, devastato dall’ondata del torrente Nevola. «È stata una emergenza che ci ha impegnato molto – dice il comandante Patrizietti -, si è trattato di un evento inatteso per potenza e distribuzione sul territorio: abbiamo dato il massimo, ma purtroppo non siamo riusciti ad evitare la perdita di vite umane».
Il comandante dei vigili del fuoco di Ancona ricorda in particolare le persone soccorse dalla furia dell’acqua nella notte tra il 15 e il 16 settembre, a Pianello di Ostra «che nel tentativo di mettere al sicuro le proprie auto» sono rimaste in balia dell’esondazione, in altri casi, dice con dolore «abbiamo solamente potuto recuperare i corpi».
Da ieri due squadre dei vigili del fuoco lavorano a Trecastelli per svuotare l’ultimo dei tre laghetti, alla ricerca del corpo di Brunella Chiù, la donna tutt’ora dispersa. Un tentativo per cercare di restituire al figlio sua madre. Il figlio di Brunella Chiù era stato salvato dai vigili del fuoco la sera del 15 settembre «era uscito di casa, quando si è visto arrivare l’onda di piena, allora si è aggrappato ad un albero ed ha chiamato i soccorsi. Siamo riusciti a salvarlo» ricorda Patrizietti, un intervento rimasto nel cuore delle fiamme rosse.
«Con questo libro – prosegue – vogliamo lasciare ai cittadini una testimonianza di quanto accaduto in quei giorni, ma il libro vuole anche essere un monito affinché eventi del genere non si ripetano. Serve una accurata gestione della sicurezza e dei piani di emergenza, più ci si addestra e migliore sarà il risultato, fermo restando che si è trattato di un evento straordinario. È stato come un maremoto che arrivava dalla montagna, un evento dalla potenza distruttiva superiore anche a quello avvenuto in Emilia-Romagna perché da noi l’onda di piena ha trascinato via tutto».