ANCONA – «La concretezza delle intenzioni. La Grande Ancona comincia a delineare il proprio profilo e lo fa trasformando la volontà di raggiungere determinati obiettivi in azioni concrete per la città». Ha cominciato così il sindaco Daniele Silvetti ieri in consiglio comunale presentando il documento di sintesi delle linee di governo che saranno quotidiana fonte di ispirazione per la nuova amministrazione. «In questo documento sono riportati i principali contenuti di un lavoro che si distribuirà lungo tutto il mandato. Alcuni sono di immediata realizzazione, altri si sviluppano sul medio termine, altri ancora sul lungo periodo. Tracciamo un orientamento, un percorso, una linea da seguire per sviluppare Ancona, per darle una opportunità, per consentirle di rendersi attrattiva. Da un primo lavoro della squadra di governo emergono dunque le priorità, le emergenze, ma anche una visione schietta e lucida sul futuro». Sono quattro le dimensioni attraverso le quali si declina il piano: il volto della città, il Comune e i cittadini, la macchina comunale, la giovane Ancona e l’università.
La visione della città della nuova amministrazione, coniugata puntualmente in capitoli che corrispondono sostanzialmente alle deleghe di ciascun assessore, si sintetizza, trasversalmente, nella centralità di alcuni temi: ambiente e sostenibilità, decoro e sicurezza urbana, innovazione come risposta ai nuovi bisogni e quindi non solo digitale e tecnologica ma anche e, soprattutto, nelle forme e nei modi della partecipazione democratica e della creazione di una rete interistituzionale, di una governance allargata, in cui il Comune, l’università, l’Autorità portuale e gli altri enti e soggetti del territorio, così come le associazioni e il volontariato, condividono obiettivi, strumenti e risorse per imprimere alla città la svolta necessaria. In questo quadro, un risalto particolare è attribuito ai giovani, ritenuti soggetti attivi della programmazione e delle scelte del governo cittadino.
Di particolare interesse, tra gli altri, il primo punto, cioè quello che riguarda il porto e il rapporto della città con il suo mare: «La centralità del porto di Ancona – illustra il documento programmatico dell’amministrazione comunale – costituirà la spina dorsale di un programma di governo che avrà il compito di armonizzare le necessità dello sviluppo economico portuale con quelle della fruibilità degli spazi da parte dei cittadini. Il porto di Ancona dovrà necessariamente porre l’ambiente al centro dei progetti di sviluppo che sono in corso o che a breve si avvieranno». Tra le priorità strategiche: lo spostamento del porto commerciale verso la banchina Marche con il completamento del vecchio piano regolatore delle banchine 28 e 29 e la realizzazione della cosiddetta penisola con il collegamento della riva di attracco alla scogliera di sovraflutto, una volta banchinata con il relativo interramento. Tale misura, accompagnata dall’elettrificazione di tutte le banchine e dall’istituzione della zona Seca (area a controllo di emissioni di zolfo), avrebbe riflessi significativi in termini ambientali liberando il porto storico dal traffico e allontanando le fonti di inquinamento dal vicino abitato. Poi il trasferimento dei traghetti dalla banchina del porto storico all’area ex Silos, nelle banchine 19-20-21, intervento che rientra nel più ampio progetto del Waterfront. Infine il definitivo abbattimento dei silos, ormai obsoleti e inefficienti.