ANCONA – «Adesso ci sono le condizioni per una ripresa dell’economia e condizioni per un rilancio del Paese e delle Marche». Lo ha detto ieri sera il ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri ad Osimo per la presentazione di “Direzione Marche”, il programma elettorale della coalizione di centrosinistra guidata dal candidato governatore Maurizio Mangialardi.
Il ministro, sollecitato dai giornalisti nel commentare la crescita degli ordinativi e del fatturato registrata nel mese di giugno ha dichiarato: «Avevo detto da un po’ di tempo, perché i dati ce lo indicavano, che ci aspettiamo un rimbalzo significativo dell’economia: merito della capacità che il paese ha avuto di seguire rigorosamente le procedure di contenimento del virus che ci ha consentito di riaprire e di ripartire. Merito dell’Europa che ci ha aiutato e che ci ha sostenuto. Merito anche del lavoro che il governo ha fatto per sostenere i lavoratori, i cittadini e le imprese».
Riferendosi alle Marche, Gualtieri ha spiegato che nel territorio ci sono «distretti di grande creatività» che grazie al Recovery Fund possono sviluppare appieno le loro potenzialità. Una opportunità molto attesa e da cogliere al volo anche per il presidente della Cna di Fermo Paolo Silenzi, imprenditore del settore calzaturiero. Un settore, quello delle calzature e della moda più in generale, che nelle Marche è trainante dell’economia e contribuisce in larga parte al Pil regionale, anche se ha subito pesantemente i contraccolpi della crisi scatenata dal lockdown.
«Il fatturato è in forte decremento, perché la stagione della campagna vendite è stata interrotta dal lockdown» spiega l’imprenditore: «i buyer hanno annullato gli ordini» per il quadro di incertezza legato all’emergenza sanitaria, e questo ha portato ad una «stagnazione del settore» dove si registrano forti criticità. Ma anche la nuova stagione non si profila affatto semplice, gli imprenditori devono fare i conti con il fatto che in seguito alla chiusura dei negozi nel pieno della pandemia, i magazzini sono ancora pieni di merce invenduta e «i buyer hanno un budget acquisti ridotto».
Un quadro complesso che ha fatto saltare tutti i tradizionali schemi di promozione di queste imprese, basati sulle fiere regionali e sugli show room oltre che sul rapporto diretto con gli agenti. La digitalizzazione diviene fondamentale per agganciare il mercato estero, per questo, come spiega Silenzi «Camera di Commercio delle Marche ha messo a disposizione cospicue risorse ed ha studiato prodotti ad hoc, fra i quali un bando sulla digitalizzazione, per realizzare show room digitali e promuovere le imprese in maniera innovativa. Un nuovo sistema al quale hanno aderito moltissime aziende, tanto che la dotazione prevista nel bando è andata esaurita in pochissimi giorni, dal momento che gli imprenditori hanno recepito che occorre puntare sui nuovi canali». Insomma secondo Silenzi occorre approcciare il mercato in maniera innovativa per risollevare il distretto da una crisi in cui versa da ancor prima della pandemia. «Occorre riqualificare e riconvertire i settori per riassorbine la manodopera che certe economie non riescono più ad assorbire», ma per fare questo servono contributi così da risollevare le sorti delle aziende «strategiche per la coesione sociale del territorio e per l’occupazione».
In vista delle elezioni regionali, gli imprenditori chiedono ai candidati governatori «di riconoscere i prodotti di eccellenza, le arti e i mestieri, quali valore aggiunto per il territorio – spiega Paolo Silenzi – ambiti che vanno promossi e valorizzati il più possibile, con una cabina di regia che possa fare sintesi e rendere questi settori sempre più produttivi». Fondamentale poi «sburocratizzare, garantire aiuti per l’accesso al credito e ai processi di internazionalizzazione», senza tralasciare uno dei nodi critici che complicano maggiormente la vita alle imprese marchigiane, ovvero quello delle infrastrutture: «senza dinamismo a livello logistico non possiamo fare innovazione – chiarisce – perché la carenza infrastrutturale limita la circolazione delle merci, degli addetti della filiera e dei buyer. Noi ci impegniamo a fare innovazione, ma la Regione deve mettere in condizione il territorio di non dover fare i conti con carenze».
In «grande fermento» invece il settore edile secondo il presidente Ance Ancona, Fabio Fiori: tra ricostruzione, eco bonus e sisma bonus, ha tutti i presupposti per “volare” dopo anni di crisi del mattone. «Abbiamo un numero incredibile di richieste per il sisma bonus e l’eco bonus – spiega Fiori – e questo credo porterà ad un notevole incremento del lavoro in questo momento». Le procedure per chiedere gli incentivi rivolti al miglioramento energetico e all’adeguamento sismico, «stanno partendo – prosegue – così come le società per l’acquisto del credito. È per tutti una cosa nuova, anche qui la burocrazia non manca, e stiamo tutti arrancando per capire come dare l’avvio alle pratiche, mentre quotidianamente riceviamo richieste». Incentivi che secondo il presidente Ance Ancona «daranno impulso e buone prospettive alle imprese edili», ma intanto nei mesi estivi, dopo la ripartenza in seguito al lockdown, la situazione è stata buona nelle Marche per il settore: «Un pò per il lavoro accumulato durante la chiusura e che abbiamo dovuto sbrigare, un pò per i bonus, ma anche per la ricostruzione, movimento nel settore c’è. Stiamo lavorando, i mesi di giugno, luglio e agosto si è lavorato».
Sburocratizzazione è quello che il settore chiede ai candidati governatori: «la burocrazia ammazza le imprese – spiega – , non ne veniamo a capo. Devono snellire e semplificare le pratiche per consentirci di lavorare con maggiore tranquillità. Da quando facciamo un progetto a quando lo andiamo a realizzare passano anni e questo succede sono in Italia, in Europa non è così». Il presidente Ance Ancona puntualizza che «dall’arrivo dei finanziamenti, alla progettazione, alla gara d’appalto e all’esecuzione dei lavori, trascorrono anni. Un sistema che non possiamo più permetterci perché dobbiamo far lavorare la gente». Accanto alla semplificazione e alla velocizzazione delle procedure nell’approvazione e il pagamento alle imprese, l’accento sulle infrastrutture non solo viarie, ma anche tecnologiche, «fondamentali per tenere il passo» specie nelle aree dell’entroterra dove i servizi sono più carenti.