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Scuole, impugnata al Tar l’ordinanza della Regione. Acquaroli: «Si faccia chiarezza»

A darne notizia è lo stesso governatore delle Marche. Il provvedimento, emanato la settimana scorsa, è stato impugnato da 7 genitori

Il governatore delle Marche Francesco Acquaroli

ANCONA – È stata impugnata l’ordinanza regionale di chiusura delle scuole, siglata venerdì scorso dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. A darne notizia è lo stesso governatore in un post sulla sua pagina Facebook. Il provvedimento, che ha posto in didattica a distanza al 100% tutte le scuole superiori delle Marche e le seconde e terze classi delle medie dell’Anconetano e del Maceratese, le aree più colpite dalla pandemia, è stato impugnato proprio oggi da 7 genitori. Si tratta della seconda impugnativa ad un provvedimento relativo alle scuole siglato dal presidente, la precedente a febbraio.

«Dopo l’ordinanza dello scorso venerdì, per riportare in didattica a distanza le fasce d’età dove si è riscontrato un aumento dei contagi, e quella del Ministro Speranza, che riporta tutta la nostra regione in fascia arancione, oggi è arrivata la comunicazione che l’ordinanza regionale sulla dad è stata impugnata al Tar delle Marche» scrive il governatore.

«Proprio mentre mi giungeva questa notizia – prosegue -, molti sindaci e assessori mi chiamavano preoccupati per valutare ulteriori provvedimenti restrittivi, in modo particolare anche sulle scuole. Una situazione paradossale».

Il governatore fa notare infatti che se «da un lato c’è la volontà di gestire al meglio un riacutizzarsi della curva pandemica, che come avete visto negli ultimi giorni ha registrato una preoccupante ripresa», dall’altra viene contestata una ordinanza «emessa con una relazione molto chiara del servizio Salute che indicava un importante aumento dei contagi e la necessità di adottare un provvedimento».

«Credo che in un contesto come questo – aggiunge – , se qualcosa deve essere evitato sono proprio il caos e la confusione, perché purtroppo la situazione è già molto complicata e in continua evoluzione. Se da un lato infatti non è possibile avere certezze assolute, dall’altro è sicuro che ci stiamo tutti impegnando per scongiurare scenari ancora peggiori per la nostra regione».

L’auspicio espresso dal presidente regionale è quello che il Tar «si esprima quanto prima, al fine di fare definitivamente chiarezza rispetto all’atto impugnato. Un atto adottato a tutela della salute e della sicurezza pubblica che in questo momento dovrebbe essere la priorità per ciascuno di noi».