ANCONA – Per contrastare il boom di inattivi in Italia (circa 520 mila nel 2023 rispetto al 2022 – fonte Istat), pur in un contesto di occupazione record, occorre «un grande investimento sulle politiche attive, sulla formazione e sulla crescita delle competenze». Lo ha detto ai giornalisti Luigi Sbarra. Il segretario generale della Cisl è intervenuto al consiglio generale del sindacato che si è tenuto oggi a Portonovo (Ancona), nel quale è stato eletto nuovo segretario di Cisl Marche, Marco Ferracuti, dopo che Sauro Rossi è entrato a far parte della segreteria nazionale del sindacato.
Secondo Sbarra «bisogna governare questo eccessivo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro». Il segretario generale Cisl ha parlato anche dei neet spiegando che occorre «eliminare l’assurda contraddizione tutta italiana di avere milioni di giovani che non studiano e non lavorano, non si formano (neet, ndr) e poi avere tantissime richieste di manodopera delle aziende che non riescono a trovare competenze e professionalità».
La soluzione delineata è quella di «mettere insieme i centri pubblici per l’impiego con le agenzie di lavoro private, creare nei territori un sistema tenendo insieme scuola e lavoro, ragionare sui fabbisogni delle imprese e valorizzare gli strumenti della contrattazione di secondo livello e della bilateralità».
Allargando l’orizzonte secondo Sbarra «l’Europa deve osare di più. Il nuovo patto di stabilità pone nuove misure restrittive in controtendenza con quanto visto in fase pandemica, un’Europa che alzava la voce contro la Russia che invadeva l’Ucraina. Ora, una politica di tagli e rigore rischia di stritolare l’Italia».
In merito alle relazioni con gli altri sindacati ha spiegato che «un cammino di ripresa dei rapporti unitari con Cgil e Uil è possibile» su due temi, ovvero «patto sociale e partecipazione e democrazia economica». «Siamo pronti a ripartire insieme», ha detto tracciando tra le priorità quelle di «costruire, negoziare e sfidare le controparti, pubbliche e private, su un nuovo e moderno patto sociale per la crescita, lo sviluppo, la qualità e la stabilità del lavoro e per il contrasto alle diseguaglianze» e di «valorizzare insieme la cultura della partecipazione e della democrazia economica».