Ancona-Osimo

Ancona, inaugurata nella zona di Baraccola la nuova moschea «aperta alla cittadinanza»

Stamattina il taglio del nastro, alla presenza della sindaca Valeria Mancinelli e del presidente della comunità islamica Mohamed Nour Dachan

Il taglio del nastro della nuova moschea di Ancona

ANCONA – E’ stata inaugurata stamattina in via Grandi la nuova moschea, sede della comunità islamica di Ancona. La precedente si trovava a poca distanza, ma questa, come ha spiegato l’imam Mohamed Nour Dachan, è di proprietà. Un passo e un traguardo importante quanto prezioso per la comunità islamica che si apre alla città. Stamattina il taglio del nastro, presenti tra gli altri la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, gli assessori Ida Simonella, Stefano Foresi, Paolo Marasca e Paolo Manarini, e la comandante della polizia municipale anconetana, Liliana Rovaldi. Mohamed Nour Dachan, imam e presidente della comunità islamica di Ancona e provincia, nel suo discorso di benvenuto ha ricordato l’importante ruolo svolto dalle comunità religiose, dalle associazioni e dalle moschee nel contribuire a educare e formare cittadini virtuosi e laboriosi. Insieme alle scuole e alle università, alle autorità e al mondo della cultura, dello sport e del lavoro, le moschee rappresentano comunità che oltre a trasmettere i valori della fede sensibilizzano e formano sull’educazione civica, sulla legalità e sull’impegno sociale.

Il ruolo e il senso del nuovo centro di culto islamico li ha spiegati proprio Mohamed Nour Dachan: «Questo locale è della comunità islamica di Ancona ma è anche aperto al pubblico e al dialogo, e questo per la convivenza, per le seconde generazioni, perché le seconde generazioni non conoscono le differenze, vanno a scuola insieme, giocano a calcio insieme. Per questa ragione considero la nuova moschea un successo per la comunità islamica e un regalo per la città di Ancona, per poter riuscire a educare i ragazzi insieme. Per noi è un passo molto importante, siamo da molti anni qui, precisamente da 46 anni, ma è la prima volta che abbiamo una sede nostra. La nuova moschea è il coronamento di un percorso di lavoro, dialogo e scambio con la città e sarà aperta ai fedeli ma anche ai visitatori, su appuntamento». Dachan si è soffermato anche sulla composizione della comunità islamica anconetana: «Si tratta di una comunità multietnica, nordafricani, bengalesi, mediorientali, slavi, italiani autoctoni e naturalizzati, una comunità multigenerazionale, visto che siamo alla terza generazione. Molti sono lavoratori, ma rilevante è anche la componente degli studenti».

Il significato della nuova moschea non è, dunque, soltanto quello religioso: «Il primo è certamente quello – ha proseguito l’imam -, essendo un luogo di culto di riferimento per i fedeli di Ancona e provincia. Ma il secondo è sociale. In questo spazio i fedeli si possono conoscere, studiare insieme, condividere esperienze spirituali in una dimensione comunitaria. Importante è anche il ruolo nei confronti della città. Siamo aperti alla cittadinanza, alle associazioni, alle scuole, a chiunque voglia conoscerci e avviare con noi percorsi di dialogo e di impegno sociale e culturale. Vogliamo essere un ponte che unisce». Quella di Ancona e provincia è stata la prima moschea a organizzare la cena di Ramadan aperta alla cittadinanza. E proseguirà sulla via del dialogo interreligioso, come conclude Dachan: «Quella del dialogo tra religioni e con le istituzioni è la nostra scelta, da sempre. Come religioni monoteiste abbiamo molto in comune e possiamo offrire tanto, in termini di costruzione e difesa della pace e dell’amicizia tra popoli».