ANCONA – Motorini, ma anche monopattini. Il primo approccio con questi mezzi di trasporto avviene generalmente alle scuole superiori, se non già prima, come nel caso dei monopattini. Mezzi che tuttavia vanno utilizzati con accortezza per evitare di mettersi in pericolo, come raccontano le strade macchiate di sangue.
Sulla strada i rischi sono numerosi, come dimostrano anche i dati dell’Osservatorio Asaps, Associazione sostenitori Polstrada. Solo nel terzo fine settimana di marzo (17-19 marzo) in Italia si sono registrate 18 vittime sulle strade. Tra le persone morte 7 automobilisti, 8 motociclisti, un ciclista, un conducente di furgone e un pedone.
Decessi che hanno interessato anche le Marche, dove sono state due le vittime: il 45enne Massimo Bini, trovato riverso con la sua bici elettrica in un canale a bordo della strada che da Jesi conduce a San Marcello, e il 27enne Matteo Cosenza, morto in A14 in un incidente stradale che si è verificato tra il casello di Ancona Nord e quello di Ancona Sud (era in auto con un amico rimasto ferito).
Due tragedie che ripropongono il tema della sicurezza, specie tra le giovani generazioni: fra le 18 vittime italiane, sei avevano meno di 35 anni e la vittima più giovane aveva 22 anni, un’età poco lontana da quella di Matteo Cosenza. La prevenzione resta fondamentale e la scuola in tal senso dovrebbe giocare un ruolo di primo piano.
«Ho nostalgia dei patentini per ciclomotore e dei corsi che, fino a pochi anni fa, si svolgevano nelle scuole – spiega Riccardo Rossini, presidente dei presidi marchigiani -: a questo genere di corsi i ragazzi partecipavano sempre in massa ed era una occasione per fare oltre che scuola guida, anche educazione stradale vera e propria. Ora invece vengono svolti dalle autoscuole, anche se ritengo che l’educazione stradale sia un tema talmente importante che andrebbe affrontato anche nelle scuole e non solo come intervento ‘una tantum’».
Rossini rimarca infatti che l’educazione stradale nella fase attuale «viene svolta nelle scuole solo grazie ad iniziative isolate della polizia di Stato o del comando della polizia locale. Andrebbe però svolta in maniera sistematica, coinvolgendo tutte le classi: è un tema così importante, che insieme al pronto intervento e all’antincendio, dovrebbe diventare materia di insegnamento a sé stante e far parte del curriculum scolastico di ogni studente».