ANCONA – «Defezioni dei medici? Per la maggior parte, turnover naturale». Il direttore generale dell’Inrca Gianni Genga risponde così alle polemiche sollevate nei giorni scorsi dal coordinamento comunale di Forza Italia Ancona che aveva riferito in una nota stampa dell’«abbandono» di «27 medici» da inizio anno.
Il direttore generale dell’Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani che ha sedi nelle Marche, Lombardia e Calabria, unico in Italia a carattere scientifico per la specializzazione in ambito geriatrico e gerontologico, si dice «sorpreso e tanto più amareggiato per le affermazioni, per altro ripetute» veicolate nella nota stampa e preoccupato «per la brutta immagine che si getta sull’Istituto, dove viene profuso ogni giorno uno straordinario impegno da tutta la struttura».
«Non c’è alcuno smantellamento dell’Inrca di Ancona – prosegue – , tanto meno verso quello di Osimo, e su questo tema ci piacerebbe confrontarci anche in un dibattito pubblico con le Istituzioni e con gli attori che si cimentano ad affrontare temi così impegnativi».
Genga sottolinea la «sempre piena disponibilità nei confronti dei livelli Istituzionali di riferimento» e nel contempo chiede «rispetto per l’Istituto e per la sua storia, per gli impegni e ruolo attuale e di prospettiva».
Secondo il direttore generale non solo non è in atto uno smantellamento, ma «l’ospedale, pur nelle peculiarità del momento e di questa complessa fase di ripartenza nell’ambito della drammatica pandemia da Covid 19, sta avendo tutti i presupposti per crescere e sta crescendo, posto l’obbiettivo di essere sempre più riferimento nelle sue specificità per il sistema. Non nego che ci siano state e ci siano difficoltà, legate a questo ultimo anno e mezzo alle prese con la pandemia che ha messo sotto pressione tutte le strutture ospedaliere, nonché alla gestione delle attività in due plessi, ma sono sorpreso di come si citino i numeri relativi alle dimissioni».
Genga precisa che da inizio hanno intanto sono 21 le cessazioni di di dirigenti medici, ma di questi «7 colleghi si sono spostati in altri ambiti regionali dopo aver vinto un concorso, 6 dei quali sono già stati sostituiti ed 1 è in corso di sostituzione. Poi ci sono stati 4 pensionamenti, 1 dimissione per trasferimento a Civitanova Marche e un’altra dimissione legata ad una situazione più complessa e per così dire inevitabile».
«Alcune dimissioni volontarie ci sono state – prosegue – , è vero, in parte inaspettate, ma che possono starci nell’inevitabile turnover presente nelle strutture ospedaliere, magari anche per diverse aspettative: di queste dimissioni due medici sono andati a lavorare nella specialistica ambulatoriale, uno si è trasferito a Civitanova, un’altro, dopo due anni di formazione in un centro trapianti, ha inteso seguire le proprie aspettative e dimettersi per essere assunto in uno dei principali centri trapianti del paese. È altrettanto vero che ci sono stati ingressi su base volontaria, due ultimi di questo periodo in Nefrologia».
Cessazioni a parte il direttore dell’Inrca ribadisce che ci sono state naturalmente «tante nuove assunzioni, con organigramma quasi al completo, di cui diverse anche per mobilità volontaria da altre aziende, di cui due ultime questo periodo, così come si è quasi completato il riconferimento di incarichi di direttori di Unità Operative complesse, ultimo il dottor Riccardi della Riabilitazione».
Inoltre aggiunge che sono stati anche «stabilizzati giovani medici che erano entrati con contratti covid al Pronto Soccorso di Osimo, in clinica e alla Residenza Dorica». Insomma, «c’è una dinamicità inevitabile, ma ci sono anche tanti progetti che si stanno avviando e non solo di livello ospedaliero, come il nuovo centro diurno Alzheimer presso il centro Papa Giovanni 23esimo a Posatora».
Il direttore dell’Inrca ricorda infine l’impegno per il nuovo ospedale a Camerano che «sta andando veloce: siamo già arrivati al secondo livello ed è stato confermato in pieno il cronoprogramma con la consegna dei lavori prevista nel 2023. Sarà la svolta vera e definitiva per la gestione di una funzione così complessa che in questa fase avviene in due presìdi a distanza e con persistente limitazione di posti letto, soprattutto ad Ancona, per il cantiere ancora in corso dei lavori della semintensiva, oltre che per le misure di distanziamento che purtroppo sono da mantenere nell’ambito della pandemia».