ANCONA – «Mi sento un po’ a casa, ma sento anche la responsabilità di una città importante, complessa ed articolata, con un porto ed un aeroporto, che la possono esporre anche a traffici non leciti». Si è detto felice di essere tornato nella sua regione, le Marche, il nuovo questore di Ancona, Cesare Capocasa, insediatosi oggi – 28 ottobre.
60 anni, originario di San Benedetto del Tronto e fratello di Oreste Capocasa, questore ad Ancona fino al marzo 2019, ha chiarito in risposta alle domande dei giornalisti di non aver chiesto consigli: sia perché da quando il fratello lasciò la città la situazione è profondamente mutata, anche a causa della pandemia, ma soprattutto perché «è importante che ognuno faccia la sua esperienza e le sue considerazioni, altrimenti potrebbe essere fuorviante».
Nel raccogliere il testimone da Giancarlo Pallini, trasferito alla guida della Questura di Bolzano, Capocasa, affiancato dalla portavoce e vice questore Marina Pepe, ha spiegato che nel corso della sua carriera professionale, tra Squadra Mobile, Commissariati e Polizia Giudiziaria, «mi sono abituato a stare sempre sulla strada», ed ha aggiunto «ho sempre condotto i sopralluoghi in prima persona anche da Questore». Appena giunto ad Ancona, ha subito annunciato «farò un giro» per iniziare a capire quali sono le criticità ed i disagi «per poi elaborare delle risposte e delle strategie di contrasto» volte a garantire la sicurezza e la vivibilità urbana.
«Dobbiamo essere interpreti molo attenti del disagio» spiega, aggiungendo «la Polizia che amo» deve «saper intercettare i bisogni, i disagi, le difficoltà e le criticità vissute dai cittadini». Tra i capisaldi della sua azione ha posto l’analisi predittiva. «I problemi dobbiamo anticiparli – ha detto – non lavorare come polizia di intervento: le situazioni dobbiamo essere in grado di analizzarle in maniera predittiva. per capire quali minacce e disagi possono derivare da alcune situazioni di contesto».
Il questore ha sottolineato l’importanza del dialogo e di fare squadra anche con le istituzioni e a tal riguardo ha chiarito di aver inviato una lettera ai sindaci del comuni sotto la giurisdizione della Questura per manifestare la sua vicinanza. «Vorrei essere il questore della provincia di Ancona – ha affermato – ed essere referente per tutti i 47 sindaci della provincia, con tutto ciò che comporta in termini di risposte alle esigenze dei primi cittadini che svolgono un lavoro difficoltoso».
Sul fronte della sicurezza urbana ha espresso una attenzione particolare nei confronti delle persone più fragili, come i bambini, le donne e gli anziani, ed ha spiegato che sotto la lente di ingrandimento saranno poste anche le situazioni di degrado e gli atti di inciviltà che limitano la liberà dei cittadini, criticità che intende affrontare con un controllo attento del territorio.
Fra i suoi obiettivi quello di ripristinare la figura del poliziotto di prossimità, un tempo definito di quartiere, «una figura fondamentale perché da ai cittadini vicinanza e accolto. Citando le parole di Papa Francesco ha ricordato che «il vero potere è il servizio, e l’autorità si esercita servendo». Per quanto concerne il monitoraggio del territorio e dei fenomeni violenti che hanno segnato Piazza del Plebiscito, e altre zone della città con aggressioni ad opera di baby gang, ha spiegato di vedere di buon occhio sia videosorveglianza, che controllo di vicinato, specie nelle frazioni e nelle periferie, ma anche i servizi di vigilanza privata come integrazione alle forze di polizia e che faccia capo a queste forze.
«Una sicurezza partecipata – spiega – un sistema che si muove e viaggia con l’obiettivo di rispondere alle esigenze di sicurezza». Il questore ha spiegato di aver già incontrato il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e il prefetto Darco Pellos, sottolineando che in sede di comitato ordine e sicurezza porterà le sue considerazioni. Sollecitato sulle manifestazioni dei “No Green pass” che hanno interessato anche Ancona, ha spiegato che rispetto al periodo pre-Covid la situazione è mutata e le piazze «sono cambiate», in ogni caso la sua linea su questo fronte sarà improntata al «dialogo, equilibrio, buon senso e umanità».
Infine l’accento è andato sulla polizia amministrativa e sull’immigrazione clandestina. Il nuovo questore ha spiegato che i locali che nn operano correttamente andranno chiusi, e che i clandestini dovranno essere rimpatriati. «Un clandestino non può che delinquere» visto che non ha una occupazione, «sono soggetti potenzialmente destabilizzanti per la scurezza pubblica. Ce ne dobbiamo far carico – conclude – è la prima cosa che dirò al dirigente dell’ufficio immigrazione, non possiamo fare finta che non esistano».
Il curriculum
Laureato in giurisprudenza presso l’università degli studi di Macerata, dal 1988, anno in cui è entrato in Polizia, ha svolto molti incarichi diversi, che gli hanno consentito di avere una formazione poliedrica e completa :da Vice Direttore della Scuola Allievi Agenti di Reggio Emilia, a Dirigente Squadra Mobile di quella Città e di altre a venire.
Dirigente di due Commissariati distaccati (Fermo e San Benedetto), del Reparto Prevenzione Crimine dell’Emilia Romagna, poi della Sezione Polizia Stradale di Torino, della Divisione Anticrimine di Reggio Emilia. Viene nominato vicario del Questore, prima di Reggio Emilia e poi di Brescia. Nominato Dirigente Superiore nell’aprile del 2017, assume l’incarico di Questore di Imperia, poi Ferrara, e da oggi di Ancona.
Nel 2000 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine ” Al merito della Repubblica Italiana” e nel 2006 quella di “Ufficiale della Repubblica”. Dal 2014 è “Commendatore”. Nel suo primo giorno alla Questura di Ancona, ha voluto innanzitutto deporre una corona alla lapide ai caduti della Polizia di Stato, nel piazzale interno alla Questura.
A seguire ha voluto incontrare e complimentarsi con i due agenti della Volante, che nei primi giorni di ottobre hanno effettuato il primo soccorso ad un uomo, che all’interno di un bar stava per soffocare, ricordando agli operatori di Polizia che il compito dei poliziotti è servire ed essere vicini alla gente. Stessa raccomandazione è stata rivolta a tutto il personale ed i funzionari e dirigenti, che operano in Provincia e con i quali è certo formerà una squadra, poiché, come ha tenuto a ribadire più volte il Questore, nel suo discorso di insediamento, solo con le sinergie corrette si opera bene e si risulta vincenti.