ANCONA – Sonia Farris (34 anni) ed Elisa Rondina (43 anni), sono le ultime vittime di una strage silenziosa che ogni anno si consuma sulle strade italiane, quella dei pedoni.
Le due amiche fanesi sono state travolte da un’auto sull’Arceviese la mattina dell’Epifania. Avevano trascorso la nottata al Megà di Senigallia. Uscite dalla discoteca si erano incamminate lungo la strada per raggiungere l’auto, parcheggiata in una vicina azienda agricola, quando sono state investite da un 47enne di Senigallia, risultato poi positivo all’alcool test.
Un weekend festivo all’insegna del sangue sulle strade quello che si è appena concluso: nella notte tra sabato e domenica in Trentino sono morti 7 turisti tedeschi poco più che 20enni e 10 sono rimasti feriti dopo essere stati investiti da un auto lanciata a folle velocità. Ma ad accomunare le due tragedie, quella di Senigallia e quella della Valle Aurina, non è solo il fatto che in entrambi i casi sono morti dei pedoni, quanto le cause alla base degli investimenti: entrambi gli investitori si erano messi al volante nonostante fossero ubriachi e con un tasso alcolemico ben oltre il limite consentito, addirittura di 4 vole superiore nella tragedia di Senigallia.
Poco prima di Natale nella notte tra il 21 e il 22 dicembre altre due vite spezzate a Roma, in Corso Francia, dove sono state falciate da un’auto le due amiche sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli uccise anche in questo caso da un guidatore positivo all’alcol test.
Corpi che restano sull’asfalto, coperti da un telo bianco a celare la tragedia di una vita che non c’è più. Nel 2018 è stata strage di pedoni sulle strade italiane: 612 le vittime, (390 uomini e 222 donne), un 2% in più rispetto all’anno precedente (ultimi dati Istat).
Morti che possono essere evitate? In buona parte si, eliminando le cause che provocano gli investimenti. Distrazione, guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sono i principali fattori di rischio per l’incolumità dei pedoni, insieme all’uso del cellulare alla guida.
«Un conducente che si mette alla guida in condizioni di scarsa lucidità perché ha bevuto o ha assunto sostanze stupefacenti oppure è distratto perché guarda lo schermo del telefono, non può reagire alle situazioni improvvise che si possono presentare lungo il suo percorso, come ad esempio un pedone che attraversa la strada o che cammina a bordo carreggiata – spiega il dirigente della Polizia Stradale di Ancona, Francesco Cipriano -. Se riuscissimo ad eliminare queste situazioni potremmo ridurre di quasi due terzi il numero di morti e feriti sulle strade».
Ma come fare? Il dirigente della Polstrada sottolinea l’importanza dell’educazione, «l’unico strumento di prevenzione davvero efficace» sul quale puntare nell’ambito di un’azione capillare e continua al «corretto uso dei veicoli e della strada».
Secondo il bilancio 2018 relativo all’attività condotta dalla Polizia Stradale nelle Marche, cresce il numero dei conducenti che si sono messi alla guida in condizioni psicofisiche alterate: 180 sono stati sorpresi in stato di ebbrezza (163 nel 2018) e 13 sotto l’effetto di stupefacenti quando nel 2018 ne erano stati individuati 11. La guida in stato di ebrezza è stata responsabile di 37 incidenti (43 nel 2018 – 14%), mentre quella sotto l’effetto di sostanze stupefacenti di 2 incidenti.
I pedoni sono una parte degli utenti deboli della strada, insieme ai ciclisti e ai motociclisti. Spesso gli investimenti avvengono sulle strade dei centri urbani «per questo molti comuni stanno sperimentando nuove tecniche per l’illuminazione e la segnalazione dei passaggi pedonali e delle piste ciclabili», osserva Cipriano.
«L’attenzione verso i pedoni è crescente, perché si tratta di una categoria a rischio che va tutelata, ma anche gli utenti deboli della strada devono rispettare le regole del codice della strada, come ad esempio i ciclisti che spesso non osservano la segnaletica pensando che sia rivolta solo ai veicoli. Devono rispettarla invece come farebbero se fossero alla guida di un’auto».
Anche per i pedoni esistono regole a cui attenersi, sancite dall’articolo 190 del codice della strada: «Sulle strade extraurbane i pedoni devono camminare in senso contrario a quello di marcia così da poter vedere i veicoli che sopraggiungono – spiega -. Poi è importante vestirsi in maniera da rendersi visibili alle auto specie nei tratti poco illuminati. È bene non avere remore ad indossare la giacca ad alta visibilità con le bande riflettenti come ad esempio quella obbligatoria in auto. Sono regole di prudenza fondamentali che cerchiamo di trasmettere alle giovani generazioni».
Il Compartimento di Polizia Stradale delle Marche è impegnato in attività di sensibilizzazione alla sicurezza stradale nelle scuole, con enti pubblici e privati. Inoltre collabora con l’associazione Rose Bianche sull’Asfalto nata dopo la morte di Francesco Saccinto, il 13enne di Corinaldo travolto e ucciso da un guidatore ubriaco nel 2013.
«Vogliamo coinvolgere i giovani – conclude il dirigente della Polstrada – questo produrrà più effetti positivi di riempire le strade di agenti. L’educazione può fare la differenza e risparmiare vite».