ANCONA – Nelle Marche si vive bene, perché la regione è un concentrato «ideale tra sviluppo economico e qualità della vita». Lo ha detto il prefetto di Ancona Darco Pellos, in occasione della presentazione dei dati Istat sul Benessere Equo e Sostenibile nelle Marche, che si è svolta oggi a Palazzo del Governo.
Dal report emerge che la dinamica demografica è tra i punti deboli della regione. La popolazione nelle Marche è pari a circa 1 milione e 480 mila abitanti, e rappresenta il 2,5% della popolazione italiana, ma segna un calo del -2,1% dal 1° gennaio 2020 (-1,3 la variazione a livello nazionale). Il 63% dei marchigiani vive in piccole città e borghi, e solo il 13,0% in città, mentre il 17% risiede nelle aree interne, distanti dai servizi essenziali (23% la media italiana).
Per quanto riguarda l’economia, questa è orientata al manifatturiero e gli occupati nell’industria in senso stretto sono un quarto del totale (17% la media nazionale). Il valore aggiunto regionale nel 2020 è stato pari a 35.827 milioni di euro (23.798 euro per abitante), il 2,4% del valore aggiunto nazionale.
Il livello di benessere nelle Marche restituisce un quadro in chiaro scuro: bene gli indicatori relativi a salute e sicurezza, meno bene quelli legati all’economia e all’ambiente. Il dominio Sicurezza è quello in cui le Marche detengono i vantaggi più diffusi, con la quasi totalità (oltre l’80%) degli indicatori distribuiti tra la classe di benessere alta e medio-alta (33 e 50% rispettivamente) e nessun posizionamento nella coda della distribuzione nazionale. Nel dominio sicurezza gli indicatori riferiti a omicidi volontari; altri delitti mortali denunciati; denunce di furto in abitazione; denunce di borseggio; denunce di rapina; mortalità stradale in ambito extraurbano.
Bene anche gli indicatori del dominio Salute e quelli di Lavoro e conciliazione tempi di vita e anche per gli indicatori del dominio Istruzione e formazione vedono buoni risultati. Meno bene invece i domini Qualità dei servizi, Benessere economico e Ambiente che vedono buona parte degli indicatori registrare ampi divari tra la provincia con i risultati migliori e quella con i risultati peggiori; le distanze sono invece minime per gli indicatori dei domini Relazioni sociali e Sicurezza.
Le Marche presentano i risultati migliori per tre dei nove indicatori disponibili per il confronto con le regioni europee: Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute: 25°e 9°posto su 234 regioni (anno 2021) e Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni: 56° posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile (anno 2019). I restanti sei indicatori, relativi ai domini: Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Innovazione, ricerca e creatività, Ambiente, sono su livelli più bassi della media Ue27.
Le province in cui c’è un maggior livello di benessere sono quelle di Ancona e Fermo, dove oltre il 60% degli indicatori si trovano nelle classi di benessere medio-alto o alto; le altre province marchigiane hanno tutte comunque oltre il 55% degli indicatori nei livelli medio-alto o alto. Le province di Macerata e Ascoli Piceno sono invece in coda dal momento che nell’ultimo anno si trovano nelle classi di benessere medio-basso e basso per un quarto dei loro indicatori, anche se sono valori migliorativi rispetto alle medie di riferimento (Centro: 27%; Italia 34%).