ANCONA – Le province marchigiane hanno livelli di benessere equo e sostenibile relativo più alti rispetto sia al complesso dei territori del Centro sia dell’Italia. Emerge dal rapporto BesT dei Territori stilato dall’Istat. La fotografia calssifica le province italiane in 5 classi di benessere (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), guardando al complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 22,1% delle misure colloca le province marchigiane nella classe di benessere più elevata, il 58,7% le assegna alle classi medio-alta e alta, mentre la media delle province del Centro è 17, 1 e 48,7%.
Le province al top
Nel 2022, secondo l’Istat, i livelli di benessere relativo sono risultati più elevati nelle province di Ancona e Fermo (oltre 60% degli indicatori nelle classi alta e medio-alta), mentre le altre province si attestano sul 56%. Sul fronte del dominio Sicurezza nessuna provincia marchigiana è risultata essere in coda a livello nazionale: il 33,3% è in classe alta e il 50% medio-alta. Positivi gli indicatori per Salute e Lavoro e Conciliazione tempi di vita (80 e 79,4% nelle classi alta e medio-alta).
…e quelle più svantaggiate
Le province più svantaggiate delle Marche sono Macerata e Ascoli Piceno che nel 2022 sono in coda a livello nazionale (24,6% degli indicatori), seguite da Pesaro e Urbino (22,9%). Per la Qualità dei servizi e Paesaggio e patrimonio culturale il 20% degli indicatori colloca le province marchigiane nella classe bassa. Gli indicatori più critici sono sull’offerta di trasporto pubblico locale nei capoluoghi di provincia (2.121 posti-km contro i 4.748 dell’Italia nel 2021) e copertura di internet ultraveloce da rete fissa per le abitazioni (46,5% marchigiano, 58,4% di ripartizione). Per l’Ambiente, criticità per l’incidenza di aree protette e produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Punti di debolezza anche per Benessere economico: il 5,3% degli indicatori provinciali è nella classe bassa e il 47,4% medio bassa.
Le Marche in Europa
Le Marche si collocano tra le regioni europee con i risultati migliori per tre dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto, ovvero Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (25°e 9°posto su 234 regioni; anno 2021); Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni (56°posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019).
I restanti indicatori, nei domini Istruzionee formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Innovazione, ricerca e creatività e Ambiente, sono su livelli più bassi della media Ue27. Le Marche occupano comunque una posizione centrale nella graduatoria delle regioni europee per la Propensione alla brevettazione (76° posto su 189 regioni, anno 2019) e per la Partecipazione alla formazione continua (123° posto su 233 regioni, anno2022).
Territorio, popolazione, economia
Il territorio marchigiano, al 1° gennaio 2023 comprende 225 Comuni e 5 Province. Il 62,6 per cento della popolazione vive in piccole città e sobborghi e il 13,0 per cento in città. Nelle aree interne, distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, risiede il 17,3 per cento (22,7 per cento la media italiana). Al 1° gennaio 2023 la popolazione regionale è pari a circa 1 milione e 480 mila abitanti e rappresenta il 2,5 per cento della popolazione italiana. La dinamica demografica resta negativa (-2,1 per cento dal 1° gennaio 2020, -1,3 la variazione a livello nazionale). L’economia regionale è orientata al settore manifatturiero: gli occupati nell’industria in senso stretto sono il 25,2 per cento (16,9 per cento la media nazionale). Il valore aggiunto complessivo generato dal sistema produttivo regionale nel 2020 è di 35.827 milioni di euro correnti (23.798 euro per abitante), il 2,4 per cento del valore aggiunto nazionale.