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Chiusura Caterpillar, per Italia Viva «necessario regolamento comunitario per impedire di delocalizzare»

Nel corso dell'Assemblea regionale del partito gli esponenti di Ancona hanno portato all'attenzione del coordinatore Rosato la vicenda. Impegno del partito anche sulla sanità delle Marche

L'assemblea regionale di Italia Viva

ANCONA – «Auspichiamo che le istituzioni locali insieme alle forze sindacali e alle associazioni di categoria facciano del loro meglio affinché la questione venga portata al più presto sui tavoli nazionali per fare pressione sull’ azienda e trovare una soluzione che tuteli i posti di lavoro». Sulla vicenda Caterpillar intervengono Matteo Bitti e Silvia Rosati, coordinatori provinciali Italia Viva Ancona.

L’azienda, con sede a Jesi e 260 lavoratori all’attivo, ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura dello stabilimento entro marzo, una doccia gelida per i dipendenti che oggi sono in sciopero.

Italia Viva. Da sx: Piergiorgio Carrescia, Silvia Rosati, On. Lucia Annibali, On. Luciano Nobili, Matteo Bitti, on. M. Chiara Gadda (immagine di repertorio)

Il partito renziano ha portato la vicenda all’attenzione dell’Assemblea Regionale di Italia Viva che si è svolta sabato pomeriggio a Porto Sant’Elpidio alla presenza dei coordinatori regionali Fabio Urbinati e Lucia Annibali e del coordinatore nazionale Ettore Rosato. 

Gli esponenti «hanno espresso sconcerto in merito alla vicenda e solidarietà a tutti i lavoratori, inclusi quelli dell’indotto», si legge nella nota stampa nella quale Bitti e Rosati esprimono «profonda vicinanza alle famiglie di lavoratori e lavoratrici dello stabilimento Caterpillar di Jesi che non meritavano certo di passare un Natale di ansia e preoccupazioni a fronte dell’ improvvisa decisione da parte dell’azienda Americana di chiudere lo stabilimento jesino. Stigmatizziamo i contenuti e la modalità con cui l’ azienda ha gestito la vicenda – affermano – tanto più che lo stabilimento di Jesi era tutt’altro che in crisi ma anzi ai lavoratori venivano richiesti straordinari e nel contempo promesse nuove assunzioni».

Una nuova bolla occupazionale che si va ad aprire dopo l’epilogo positivo della vertenza Elica. «Questa vicenda come altre che hanno riguardato altri territori mostra quanto sia necessaria una regolamentazione a livello comunitario per non consentire a multinazionali di delocalizzare con tale rapidità e con così scarsa considerazione delle ricadute di scelte dettate unicamente da calcolo economico».

L’assemblea regionale del partito

Lucia Annibali e Fabio Urbinati (immagine di repertorio)

L’assemblea regionale del partito, la prima in presenza dall’avvento della pandemia, oltre ad affrontare il tema vertenze, è stata l’occasione per entrare nel merito dei nodi che affliggono la sanità delle Marche e che sono stati disvelati dal Covid.

Il coordinatore regionale Fabio Urbinati, ha sottolineato che «la giunta Acquaroli è prigioniera delle insostenibili promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto sulla sanità, promesse il cui conto è tutto sopra le spalle dei cittadini marchigiani. L’assessore Saltamartini – continua Urbinati – sta mettendo in campo una riforma che trasforma le attuali aree vaste in Usl, riportando l’organizzazione indietro di vent’anni, il tutto senza una discussione e un confronto con i territori».

Criticità per le quali Urbinati ha invitato a creare in ogni provincia una commissione Sanità per approfondire le problematiche territoriali e individuare le possibili soluzioni anche e soprattutto in vista dei fondi del Pnrr che le Marche avranno a disposizione. All’assemblea ha preso parte anche il nuovo segretario provinciale del PD di Fermo, Luca Piermartiri, che ha posto l’accento sulle sfide amministrative.

La parlamentare Annibali ha ricordato l’importanza di rivedersi in presenza dopo tanto tempo, «per potersi sentire orgogliosamente parte di una comunità inclusiva, che invita i propri iscritti al massimo impegno e alla massima partecipazione, che non marca la distanza tra Roma e i territori, che non si nasconde dietro gerarchie di partito e che anzi dà ad ogni iscritto la possibilità di perseguire con entusiasmo i propri valori, potendosi esprimere e confrontare anche con i vertici nazionali».

«Italia Viva – conclude – è un progetto dove non contano le etichette ma conta la forza delle idee messe in campo, perché sono solo le nostre idee a definirci e ad indicarci la strada da percorrere». Il coordinatore nazionale Ettore Rosato ha ribadito il posizionamento di Italia Viva, «un posizionamento al Centro, né con i sovranisti né con i populisti. Un posizionamento riformista, aperto e inclusivo, che punta a costruire un campo largo in cui possano riconoscersi tutte le esperienze e le energie di chi vuole cambiare il Paese e pensa che la politica sia lo strumento per farlo. Essere riformisti – ha detto – è una sfida avvincente perché significa credere nel cambiamento e nella forza delle idee per migliorare la qualità della vita delle persone».

Rosato ha poi sottolineato che «il 2022 sarà un anno importante per il Paese perché sarà fondamentale per consolidare la crescita economica mantenendo alta l’attenzione sia sulla campagna vaccinale che sulle misure di contenimento del contagio. Per questo – conclude – è importante che il lavoro sin qui svolto non vada perso e che quindi un leader autorevole come Mario Draghi possa continuare a guidare stabilmente e sapientemente il Paese e a rappresentarlo sul piano internazionale».