ANCONA – Centro Dialisi, all’Ospedale regionale di Torrette scatta l’allarme. L’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto: «Attualmente il numero di infermieri in servizio non è sufficiente per assicurare una dialisi serena e sicura ai pazienti. A ciò si aggiunge il forte stress e l’accumulo di stanchezza che colpiscono il personale, spesso costretto a doppi turni per far fronte alle necessità – dicono dall’Aned – Le testimonianze dei pazienti che abbiamo raccolto parlano di preoccupazioni crescenti».
Secondo l’organizzazione, che da oltre 50 anni si impegna a garantire una vita dignitosa alle persone affette da malattie renali, «molti riferiscono di sentirsi in ansia durante le sedute, specialmente quelle pomeridiane, osservando il personale oberato da altissimi ritmi di lavoro. Senza parlare della necessità di introdurre un terzo turno di dialisi, che noi come Aned richiediamo da tempo, per soddisfare le esigenze di tutti i pazienti, cosa che aumenta ancora di più l’urgenza di provvedere a un aumento del personale».
E ancora: «Questi pazienti sono costretti a recarsi in ospedale tre volte a settimana per sottoporsi alla dialisi, un trattamento essenziale che sostituisce la funzione dei reni mediante complessi macchinari. Una condizione che rende i dializzati una categoria particolarmente vulnerabile, costretta a una costante interazione con le strutture sanitarie e il personale medico. Di conseguenza, le carenze del Servizio Sanitario Nazionale hanno un impatto diretto e significativo sulla loro qualità di vita. Tra i problemi più gravi che affrontiamo nella nostra Regione emerge la carenza di personale sanitario, in particolare di infermieri specializzati e medici Nefrologi, figure imprescindibili per gestire la complessità tecnologica e assistenziale della dialisi».
Il caso di Torrette viene definito «emblematico». «Il Centro Dialisi, qui, oltre alla normale attività dialitica, questa struttura svolge un ruolo cruciale nella gestione di numerosi altri servizi: supporta il Centro Trapianti, è il riferimento regionale per gli accessi vascolari complessi e offre prestazioni di altissimo livello per i casi più critici. Tuttavia, queste responsabilità aggiuntive gravano ulteriormente su un personale già insufficiente, rendendo sempre più difficile garantire cure di qualità».
«Aned – conclude la nota stampa – crede fermamente che una collaborazione tra pazienti e istituzioni sanitarie sia fondamentale per migliorare la qualità della vita di tutti: un obiettivo che richiede ascolto, volontà politica e un impegno concreto per colmare le attuali lacune organizzative».
«La nostra battaglia continuerà, perché riteniamo inaccettabile che le esigenze dei pazienti e del personale sanitario vengano ignorate. Chiediamo un intervento immediato e sollecitiamo una maggiore sensibilità da parte delle autorità competenti: il diritto alla salute non può aspettare».