ANCONA – «Le parole del Segretario Santarelli sono irricevibili per Confindustria Ancona: le imprese che noi rappresentiamo oggi applicano il Contratto nazionale di lavoro condiviso con le organizzazioni sindacali e rispettano le regole sulla sicurezza previste dalle norme di legge e di contratto». Così il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini replica alle dichiarazioni del segretario generale di Cgil Marche Giuseppe Santarelli, il quale parlando della carenza di personale nelle Marche aveva evidenziato che «i giovani di oggi non sono più disposti a farsi sottopagare, sfruttare e a lavorare in ambienti non consoni» e che «sono pochissime le imprese che investono in sicurezza, tecnologia, nella qualità degli ambienti, nell’insonorizzazione».
«Le nostre aziende oggi – dichiara Bocchini – sono dunque le prime ad avere a cuore la salute e la sicurezza degli ambienti di lavoro. Non lo abbiamo forse dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio durante la pandemia? Quando abbiamo continuato incessantemente ad investire in sicurezza ed in qualità degli ambienti di lavoro, mettendo addirittura a disposizione le nostre fabbriche per la campagna di vaccinazione? Viene messa in discussione la nostra eticità e l’attenzione verso la sicurezza dei nostri collaboratori con generalizzazioni che denotano scarsa conoscenza delle nostre realtà industriali e superficialità».
Secondo il presidente di Confindustria Ancona «le affermazioni di Santarelli non solo sono provocatorie nei nostri confronti, ma nuocciono anche agli stessi suoi colleghi che in molte aziende sono presenti ed operano al fianco degli stessi imprenditori. Il merito delle affermazioni necessita di altro approfondimento e non è certamente questa la sede per rispondere a chi dice che “le imprese sottopagano i lavoratori, li sfruttano e li fanno lavorare in ambienti non consoni” dimostrando che non è un problema di merito. È evidente a tutti che il mis-match tra domanda ed offerta di lavoro è un problema che va affrontato. Da un lato il calo demografico impatta drammaticamente sul numero di giovani che si affacciano al mondo del lavoro e dall’altro l’offerta formativa va migliorata e finalizzata ad una miglior conoscenza delle imprese e delle loro necessità».
«Confindustria sta da tempo operando in tal senso attraverso gli Its ed altre iniziative volte ad avvicinare i giovani al mondo delle imprese – prosegue -. Anche di recente abbiamo riscontrato nei giovani entusiasmo e voglia di conoscere al “Porte Aperte” promosso da Confindustria Ancona presso tante nostre aziende sul territorio. Porre la questione dei giovani e del lavoro come un problema di sfruttamento dei lavoratori ed insalubrità delle fabbriche denota una volontà di spostare il confronto verso un dibattito ideologico al quale ci sottraiamo perché non ci appartiene. Da sempre – conclude – siamo abituati a parlare con i fatti, non con l’ideologia».