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Le Marche ideali di Longhi: «Nel post pandemia, niente come prima»

Il progetto, nato inizialmente nel solco politico, è divenuto una associazione che è stata presentata alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Ecco obiettivi e finalità

Sauro Longhi alla presentazione dell'associazione Le Marche ideali

ANCONA – Portare idee e proposte concrete per contribuire alla rinascita e al benessere della nostra regione, senza lasciare indietro nessuno. È sostanzialmente questa la mission di Le Marche ideali, il movimento fondato dall’ex rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, che dopo una partenza come progetto politico si è tramutato in associazione. Partecipazione, inclusione, presenza attiva sul territorio sono le parole d’ordine del gruppo guidato da Longhi, che raccoglie rappresentanti da ogni parte delle Marche, con un unico obiettivo, quello di costruire “Le Marche ideali” proprio come recita il nome dell’associazione. «C’è bisogno di un nuovo rinascimento per le Marche» osserva Longhi, «partendo dai problemi occorre mettere in campo soluzioni» scegliendo la strada della responsabilità e del confronto con quello che sarà il futuro governatore.

Ma nell’attesa che venga eletto, Longhi sta già predisponendo un documento da inviare agli 8 candidati, nel quale nero su bianco ci sono le proposte dell’associazione per arrivare alla soluzione delle criticità che affliggono la regione: dalle carenze infrastrutturali, alla sanità, dallo sviluppo sostenibile alla tutela dell’ambiente e alla valorizzazione delle radici storiche e culturali delle terre marchigiane, dal rilancio economico, all’occupazione giovanile. Temi che vengono sviscerati senza alcuna presunzione, ma in perfetto stile Longhi, ovvero con l’unica volontà di mettere a disposizione competenze e le migliori energie a servizio del territorio. La presentazione, ieri pomeriggio (30 agosto) alla Mole Vanvitelliana, ad Ancona.

Un momento della presentazione dell’associazione

Longhi spiega che «tra settembre e ottobre ci sarà la ripresa dell’economia regionale e delle attività» che hanno sofferto per l’impatto della pandemia, ma intanto va costruito un messaggio positivo e va messa a punto una strategia per rilanciare la regione, partendo dalle competenze presenti sul territorio e dalla classe imprenditoriale: «Servono innovazione tecnologica, esperienza e determinazione nel trovare soluzioni partendo dall’analisi dei dati». Con lui una squadra che riunisce rappresentanti del mondo civile, sociale e accademico, della scuola e della sanità.

La scommessa è fare in modo che nel post pandemia «nulla sia più come prima» e per questo pensa già all’unione con altre associazioni che sul territorio abbiamo lo stesso slancio e gli stessi obiettivi.