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Legambiente, Macerata regina green delle Marche. Exploit di Ancona (+47 posizioni)

Anche se perde 7 posizioni, Macerata si conferma città più green delle Marche, rincorsa da Ancona che sale al 26esimo posto. Fanalino di coda Ascoli Piceno

Macerata (immagine da https://www.macerataturismo.it/curiosita-cms/macerata/)

ANCONA – Macerata si conferma la regina green delle Marche. Lo dice Ecosistema Urbano, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, che ha analizzato le performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che tiene conto di 18 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. 

Macerata si piazza al 22esimo posto della classifica con un punteggio del 60% sui 18 parametri monitorati. Rispetto all’anno scorso però scivola verso il basso, perdendo 7 posizioni. La cittadina è nella top ten dei Comuni che vantano la minore concentrazione media annua di biossido di azoto e Pm10 (quinto posto) e la minore dispersione idrica (sesto posto).

La cartina di Ecosistema Urbano

Exploit di Ancona, che guadagna 47 posizioni e sale al 26esimo posto, raggiungendo quasi Macerata. Il capoluogo marchigiano raggiunge un punteggio del 61,5% de parametri presi in esame.

«Le classifiche nazionali, specie se, come in questo caso, provenienti da fonti autorevoli, non rendono mai appieno la realtà delle città – commenta la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli – . Indubbiamente il valore di quest’anno ci vede in netta ripresa e ci riporta tra i primi trenta ecosistemi urbani che funzionano. Sono dati su cui lavorare per ottimizzare i buoni risultati e intervenire sulle criticità, con un occhio sempre attento all’oggi, che già rispetto alle classifiche presenta diversità e nuove sfide, che dipendono dalle tante e importanti crisi che in questi anni si pongono di fronte agli amministratori pubblici e a tutti i cittadini. Siamo felici di questo passo avanti e lo consideriamo come un ottimo strumento di analisi e di verifica per migliorare ancora di più».

Pesaro invece scende di 21 posizioni e si piazza al 40esimo posto in classifica con un punteggio del 57,4%, la città è seconda nel rapporto tra potenza installata in Kw su edifici pubblici per mille abitanti. Ascoli Piceno perde 9 posizioni e si piazza al 71esimo posto, con un punteggio del 49, ma è all’ottavo posto per la minore concentrazione di biossido d’azoto.

Dati, quelli relativi alle Marche che secondo il presidente regionale Legambiente Marco Ciarulli «raccontano una transizione ecologica che stenta a decollare rispetto agli anni passati, il cambio di passo non si sente. Eppure abbiamo molte pratiche ambientali che ci fanno raccontare di un territorio che ha molto da offrire sulla sostenibilità. Macerata ad esempio, da anni è tra le più importanti realtà italiane in termini di raccolta differenziata e per la limitata dispersione idrica. Pesaro, con l’esperienza della bicipolitana, mette i tasselli giusti per diffondere pratiche di mobilità sostenibile di rilievo».

A mancare, secondo Ciarulli «sono i miglioramenti sui fronti dove siamo ancora indietro. E quindi ecco che se anche raccontiamo di un’ottima raccolta differenziata, poco o nulla abbiamo fatto sul fronte della prevenzione, che ci vede sempre intorno ai 500kg di rifiuti procapite, prodotti ogni anno. La mobilità è un’altra criticità per i nostri Comuni, che continuano ad immaginare il nostro territorio con una visione estremamente auto centrica, a discapito del trasporto pubblico, e questo, va ad influire anche sulla qualità della vita».

Il presidente di Legambiente Marche sottolinea che «l’importante salto in avanti fatto dal capoluogo marchigiano, è frutto di un lavoro accurato svolto dal Comune rispetto agli anni passati infatti i dati che avevamo a disposizione non restituivano la fotografia reale del territorio, in particolare sul fronte delle energie rinnovabili e delle isole pedonali che erano fortemente sottostimate. Per noi è molto importante poter raccontare questo miglioramento, come stimolo anche alle altre amministrazioni, perché più informazioni puntuali riceviamo, migliore è la “risoluzione” della fotografia che raccontiamo, nel bene e nel male».

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