ANCONA – A sei mesi dalla sua approvazione alla Camera, la discussione del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, è stata calendarizzata dalla Commissione Giustizia del Senato. Non c’è ancora una data, ma «è un primo passo», commenta Matteo Marchegiani, segretario Arcigay Comunitas Ancona. Uno sblocco importante dal momento che il provvedimento era arenato da tempo.
Il mondo Lgbtiq (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer) da tempo si batte per avere una legge che riconosca come reato i crimini di odio commessi verso le persone con un diverso orientamento sessuale e identità di genere. E la norma contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo da una risposta a questo bisogno, rimettendo “in regola” il nostro Paese che sul fronte di questi diritti era fanalino di coda.
«Speriamo – prosegue – che questo provvedimento finisca il suo iter il prima possibile, perché dietro questa legge c’è la sicurezza per la vita di tante persone. È una legge che risponde ad una situazione emergenziale di cui le nostre associazioni conoscono bene l’impatto che a volte sfocia in situazioni anche drammatiche. Non è la legge migliore che potevamo avere, ma è un primo passo».
I movimenti Lgbtiq chiedono che «non si faccia ostruzionismo becero» e che il disegno di legge non venga modificato, altrimenti si andrebbe a creare un rimpallo tra Camera e Senato, che rischierebbe di «mandare a morte la norma».
Il disegno di legge, incontra le resistenze delle forze di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) che hanno definito il provvedimento come non prioritario, non consentendo l’avvio della discussione, conta invece sull’endorsement di Pd, M5s, Italia Viva e Leu.
Tra i provvedimenti previsti dalla Legge Zan, ci sono la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette atti di discriminazione legati a sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità e poi il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi commette o istiga a commettere violenza per gli stessi motivi.
Introduce inoltre la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa a organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza legate a a sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità. Pena aumentata fino alla metà per quei reati che hanno causato discriminazione e odio. Il condannato però può ottenere la sospensione condizionale della pena se presta un lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime di questi reati.
La legge prevede l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia da celebrare il 17 maggio con l’obiettivo di promuovete la cultura del rispetto e dell’inclusione, il contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Inoltre le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni. Poi uno stanziamento di 4milioni di euro all’anno per i centri contro queste discriminazioni, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, e anche vitto e alloggio alle vittime dei reati di odio e discriminazione.