Attualità

Liste di attesa, Saltamartini: «Al lavoro per recuperare. I dirigenti? Saranno valutati in base ai risultati»

L'assessore Saltamartini ha spiegato che la Regione è al lavoro per recuperare le liste di attesa. Sul rinnovo dell'assetto dei vertici sanitari regionali ha spiegato che saranno valutati in base ai risultati

Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità

ANCONA – «Stiamo cercando di verificare come recuperare le liste d’attesa che da tanto tempo erano rimaste bloccate». Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, parlando ai giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale che si è tenuta ieri – 29 giugno.

«Ancora ci stiamo lavorando» ha precisato l’assessore, sottolineando che sono «tre settimane» che la Regione è impegnata sulla questione, dopo essersi dovuta dedicare all’emergenza sanitaria, una questione che assorbe ancora le energie, dal momento che, coma ha rimarcato Saltamartini, prioritari in questo momento sono la vaccinazione, il contact tracing (tracciamento dei contatti dei positivi al covid) e il monitoraggio della variante Delta, che suscita apprensione per la maggiore diffusività.

«Stiamo cercando di recuperare anche le liste classificate come D, ovvero le ultime come importanza» ha detto, sottolineando che «è necessario avviare uno screening di massa per prevenire alcune patologie», tra le quali le oncologiche. A tal riguardo ha spiegato che la Regione sta lavorando per cercare di «organizzare la macchina, allargando i turni professionali dei medici» facendo lavorare il personale e i macchinari per lo screening fino alle 22.

Aspetti che però, come ha precisato, passano per accordi sindacali e «attraverso le risorse per il personale che per il 2021 non sono state ancora stanziate e questo crea una serie di problemi anche nelle relazioni sindacali». Sollecitato sulla nomina del nuovo direttore dell’Area Vasta 4, sul fatto se questa dia avvio ad un riassetto dei vertici sanitari regionali, Saltamartini ha spiegato che «i contratti vanno rispettati», ma che «man mano che andranno a scadenza verificheremo le possibilità di sostituzione, però, nel nostro sistema non c’è una possibilità di uno spoils system all’Americana: non è che la coalizione che vince ha il diritto di sostituire tutti i dirigenti, per una serie di principi costituzionali».

L’assessore ha spiegato «a noi interessa la capacità tecnica dei dirigenti, misureremo le loro capacità e, prescindendo da chi li ha nominati e verso quale orientamento politico essi siano indirizzati, ne valuteremo le professionalità». In ogni caso ha affermato che come primo passo «dobbiamo bandire presto il concorso per l’attribuzione» del vertice dell’Ars (Agenzia regionale sanità), «vacante e attualmente attribuito ad Interim alla dottoressa Di Furia, dirigente del Servizio Sanità. Dopo di che andremo avanti».

Saltamartini ha rimarcato che i dirigenti rispondono non solo delle loro capacità, ma anche «delle performance della sanità regionale», inoltre ha aggiunto «dobbiamo recuperare un ritardo enorme sul fascicolo sanitario elettronico:  la possibilità di pagare con l’home banking perché non è possibile che nella nostra regione il ticket possa essere pagato con sistemi telematici solamente a Pesaro e non è possibile che i cittadini non possano avere tramite il fascicolo sanitario elettronico la possibilità di prenotare farmaci, visite mediche: un tema di cui i dirigenti risponderanno».

Insomma la strategia sarà quella di investire nell’ammodernamento tecnologico così da rendere la sanità marchigiana più accessibile: «Abbiamo fatto un programma per 29milioni di euro, che deve essere approvato dal Ministero della Sanità – ha affermato – con numerosissime nuove macchine elettromedicali che arriveranno nella nostra regione che bisognerà poi far funzionare».

E proprio su questo tema ha fatto l’esempio di una risonanza magnetica nucleare che «in mano alla sanità privata riesce a creare una massa di persone esaminate di quasi 20 volte maggiore rispetto alla sanità pubblica. Dobbiamo recuperare spazi di efficienza perché i macchinari costano e dobbiamo farli funzionare, un tema che si collega alle liste di attesa, alla mobilità regionale. Dobbiamo far curare i marchigiani nella nostra regione, perché la nostra deve essere una sanità di qualità».

L’assessore ha spiegato che occorre recuperare 50 milioni di spese per la mobilità passiva, parte dei quali arrivano dagli interventi chirurgici oncologici eseguiti fuori regione e parte da interventi di ortopedia anche questi eseguiti oltre i confini regionali. Per questo «i dirigenti regionali saranno valutati in base ai risultati che porteranno all’amministrazione regionale».