ANCONA – La sospensione dell’utilizzo nelle Marche del lotto di vaccini della casa farmaceutica AstraZeneca (lotto ABV2856) ha fatto scendere lievemente il numero delle prenotazioni giunte al servizio sanità della Regione. Il divieto di utilizzo è stato deciso dall’Aifa nella giornata di ieri (11 marzo), dopo alcuni gravi eventi avversi che si sono verificati in concomitanza temporale con la somministrazione delle dosi, i cui due casi più gravi interesserebbero la Sicilia. In mattinata a quanto si apprende alcuni prenotati non si sarebbero presentati all’appuntamento per l’iniezione, le prenotazioni sono leggermente scese, anche se ancora non ci sono dati precisi a riguardo.
Nelle Marche, stando ai dati forniti dalla Regione, al momento non sono stati registrati episodi di rilievo ma, tra le 1.750 persone che hanno ricevuto questo vaccino, si sono verificati soltanto due eventi lievi, pari agli stessi che possono comunemente verificarsi dopo la somministrazione di un qualsiasi vaccino, quali febbre e dolori muscolari.
La paura però c’è e si sta diffondendo rapidamente tra la popolazione, rischiando di inficiare quel processo di immunizzazione fondamentale per tornare alla tanto agognata normalità, senza più morti legate al covid-19. «Temo che purtroppo ci sarà una importante frenata tra le persone appartenenti alle categorie che possono essere vaccinate con l’AstraZeneca – spiega l’infettivologo Andrea Giacometti -. Questa mattina mi hanno chiamato in molti, intimoriti dal rischio di reazioni avverse.
È giusto indagare in via precauzionale sui casi di embolia e trombosi segnalati, disturbi che non rientrano nella normale casistica solitamente segnalata: si tratta di due sintomi che rappresentano alcuni meccanismi usati dal virus, oltre alla polmonite, nel produrre danni all’organismo. Tuttavia prima di spaventarsi è bene guardare ai dati».
Il primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette, evidenzia che in Gran Bretagna il vaccino «è stato somministrato a 13milioni di persone e non ha prodotti danni: anche se i due casi in Sicilia (un carabiniere e un poliziotto deceduti) fossero effettivamente collegati alla somministrazione del vaccino, occorre considerare che si tratterebbe in quel caso di eventi isolati. In Italia 4milioni di infezioni da covid-19 hanno causato 100mila morti, mentre il vaccino nella peggiore delle ipotesi può essere collegato al decesso di 1 morto ogni 4milioni, vale a dire che il coronavirus è almeno 100mila di volte più pericolosa del vaccino».
Insomma secondo il professor Andrea Giacometti «i numeri ci dicono che non dobbiamo avere paura del vaccino, perché contrarre la malattia è molto più rischioso di farlo».