ANCONA – «Questa mattina ho chiesto al segretario generale della Regione di aprire una commissione d’inchiesta interna per capire cosa sia avvenuto». L’annuncio oggi, 22 settembre, è del presidente della Regione Francesco Acquaroli, ai giornalisti a margine della visita del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nei territori colpiti il 15 settembre da una bomba d’acqua che ha fatto esondare Nevola e Misa, causando 11 vittime accertate e danni ingenti.
«Credo che sia un atto necessario – dice -, sia per la chiarezza che si deve ai nostri cittadini, ma anche per capire se c’è stato qualcosa che non è andato come doveva andare». Il governatore ha spiegato «aspetto l’approvazione dell’atto di giunta che sarà seguente i risultati, prima di parlare perché vorrei vedere e capire se c’è stato qualcosa che non ha consentito o se c’è stato qualcosa che non è andato».
Sentito sulla replica alle polemiche sollevate sulla sua presenza ad una cena elettorale a Porto Potenza, è tornato a ribadire, come aveva già scritto in precedenza in un post diffuso sulla sua pagina Facebook: «Non sono un veggente, nel senso che non potevo sapere prima che me lo dicessero quello che stava avvenendo». Sul fatto che il piccolo Mattia già intorno alle 20 fosse già disperso ha aggiunto: «Se io ero in un’altra parte della regione e nessuno me lo dice, io non posso saperlo», ha replicato.
Sulla mancata allerta, rimarcata dalla procuratrice capo della Procura di Ancona, Monica Garulli, ai microfoni del Tgr Rai Marche, il governatore ha aggiunto: «Ho fatto a lettera questa mattina al segretario generale per capire le motivazioni». «La Regione è un organismo molto vasto, complicato e complesso – ha detto – bisogna capire per quale motivo, se c’è stata qualche chiamata, non è stata trasmessa. Non so cosa è accaduto, non ero presente in quella sala operativa».
«Superata questa fase di emergenza – ha spiegato – dovremo rimettere mano a tutta la gestione. Sicuramente questa organizzazione così va rivista e la rivedremo, ma siamo da 23 mesi operativi nella nostra regione, ma di questi 23 mesi, circa 14 passati con l’emergenza sanitaria, non è che si riesce a rimettere mano al funzionamento di una regione e poi sono comunque questi argomenti molto complicati e complessi: la gestione dei fiumi presuppone sicuramente un piano straordinario a livello nazionale e su questo ho chiesto una riunione alla conferenza delle Regioni che sarà trattata la prossima settimana. È fondamentale».
Intanto la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la delibera del Consiglio dei Ministri che dichiara, per dodici mesi dalla data di deliberazione, lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal giorno 15 settembre 2022 in parte del territorio delle Province di Ancona e Pesaro-Urbino.
Per l’attuazione dei primi interventi, nelle more della valutazione dell’effettivo impatto dell’evento in rassegna, si provvede nel limite di 5 milioni di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.