ANCONA – Piantine strappate dal loro solco o sommerse dal fango. In agricoltura si contano i danni causati dall’ondata di maltempo che ha colpito soprattutto la costa tra l’anconetano e il maceratese. Giordano Nasini direttore Coldiretti Macerata spiega «stiamo mappando l’impatto dell’ultima ondata di maltempo che nella nostra provincia si è concentrata nell’area di Porto Recanati fino a lambire il territorio di Recanati. I danni alle colture nella nostra zona hanno riguardato soprattutto la barbabietola da zucchero, la cui raccolta è stata sospesa a causa del maltempo, con conseguente perdita del grado zuccherino, a causa delle forti piogge, e quini della redditività del prodotto».
Danni anche alle colture orticole invernali, come i fagioli borlotti, l’insalata, il cavolo e le colture appena seminate che sono state sommerse dal fango, quando addirittura non sono state sradicate dal terreno. «Dai dati agro meteo che abbiamo avuto occasione di visionare, in quest’area in poche ore si è assistito a cumulate che solitamente si verificano in più mesi, ma per fortuna il reticolo idrografico gestito dagli agricoltori è riuscito a reggere bene» spiega.
La figura dell’agricoltore, si è confermata ancora una volta nella sua importanza quale sentinella e custode del suo territorio. «Se non ci fossero stati i terreni coltivati, e quindi gestiti dagli agricoltori – spiega Nasini -, si sarebbero contati più danni al territorio, come avvenuto nelle aree urbanizzate dove l’eccessiva cementificazione ha favorito allagamenti diffusi».
Nel Maceratese, da una prima ricognizione, sono circa una ventina, massimo 30 le aziende che hanno avuto danni, su alcune centinaia. Ad avere contenuto il bilancio dei danni, il fatto che «molte imprese agricole avevano già completato le fasi di raccolta. Dopo una estate siccitosa c’era bisogno di acqua – conclude – ora speriamo che il meteo si stabilizzi per permettere di completare le operazioni di raccolta e consentire agli agricoltori di preparare i letti di semina».
Non ci sono danni per ora per quanto riguarda la vendemmia, che grazie all’anticipo della maturazione legato al caldo è per lo più quasi ultimata. Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini conferma che «la vendemmia per l’85-90% è già ‘a casa’, mancano da raccogliere alcuni vigneti di Montepulciano e qualche riserva di Verdicchio che matura più tardi». Le ingenti precipitazioni scese potrebbero avere come effetto quello di «incrementare di pochissimo la quantità, mentre i possibili danni potrebbero essere legati all’eccesso di umidità, che potrebbe far ammuffire qualche chicco d’uva. Al momento però non ci sono danni» e la produzione di vino registra un +20% sul 2023 anche se non riesce ancora a compensare il -40% segnato l’anno scorso a causa della peronospora.