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Maltempo, Passerini (Univpm): «L’orografia delle Marche crea un ambiente complesso e fragile che espone a eventi forti»

Il professor Giorgio Passerini dell'Università Politecnica delle Marche spiega le cause alla base dell'ondata di maltempo che sta interessando la regione. Per oggi, giovedì 19 settembre, diramata un'allerta meteo arancione sulla fascia costiera e gialla sulle fasce collinari e montane per frane e piene

«Stiamo vedendo sull’Europa una circolazione invertita, e il ciclone che si è abbattuto sulle Marche si è ‘nutrito’ del vapor acqueo del mare» surriscaldato da una estate con temperature record. A spiegare le cause alla base dell’ondata di maltempo che da martedì (17 settembre) sta imperversando nelle Marche è il professor Giorgio Passerini dell’Università Politecnica delle Marche.

L’esperto evidenzia che fino a tutto venerdì sono previste «piogge torrenziali e continue, ma non fenomeni parossistici come avvenne nel settembre del 2022», quando un’alluvione colpì il senigalliese causando devastazione e morte. Intanto però le precipitazioni hanno segnato valori importanti: ieri a Loreto, in zona Grotte, il picco con 200.6 millimetri scesi in circa 24 ore (dato Protezione civile regionale). Per oggi è stata diramata un’allerta meteo arancione per le aree costiere e gialla per le zone collinari e montane, per piene dei fiumi e frane legate alle intense piogge in arrivo.

«Il ciclone – spiega Passerini – continuerà a portare molta pioggia poi seguirà una fase di tregua nel weekend. Tra lunedì e martedì arriverà una nuova perturbazione, questa volta dall’Atlantico, che determinerà un settembre piovoso come da standard stagionale, con temperature in media. A fine mese possiamo attenderci anche un ritorno dell’estate settembrina, ma non più con temperature di 5-6 gradi sopra come l’anno scorso». Insomma, lo scossone di questi giorni che ha caratterizzato gli ultimi giorni lascerà il passo ad un prosieguo del mese più ‘canonico’.

Quello che stiamo vedendo nelle Marche è qiuindi la coda del maltempo che ha flagellato i Paesi danubiani? «Sì è lo stesso ciclone, partito dall’Adriatico e che ha originato perturbazioni importanti in Croazia, per poi spostarsi verso Est. L’ampissima alta pressione presente in Nord Europa ha fatto tornare indietro il ciclone. Se un quadro simile si fosse verificato tra dicembre e gennaio avrebbe portato il nevone dal mare».

Nel 2022 l’alluvione devastante a Senigallia, adesso le piogge torrenziali. Le Marche sono così esposte a violenti fenomeni atmosferici?
«Le zone costiere essendo vicine al mare sono da sempre più soggette alla presenza di vapor d’acqua. Quando l’umidità viene intercettata da un sistema ciclonico con scontro, a quote elevate di masse d’aria fredda e calda, questa si trasforma in energia con vento e piogge estreme. Le linee orografiche di costa e montagne, caratteristiche delle Marche, rendono il clima peculiare in questa zona. Nel caso dell’alluvione di Senigallia il rilascio di pioggia estremo fu causato da un sistema temporalesco carico di umidità, che si fermò nei pressi delle montagne. La presenza di montagne molto alte e del mare creano un ambiente complesso e fragile».

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