ANCONA – Sono arrivati da tutte le Marche per la manifestazione regionale promossa dai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) ‘Salviamo la sanità marchigiana’. Questa mattina ad Ancona erano quasi in 2mila in piazza Cavour dove si sono radunati prima di partire in corteo alla volta del Monumento ai Caduti al Passetto, in piazza IV Novembre dove si sono alternati gli interventi.
Sindacalisti, lavoratori e pensionati della sanità, fianco al fianco per accendere i riflettori sui nodi della sanità marchigiana. I manifestanti sono giunti da tutte le Marche a bordo di diversi pullman sfidando il sole cocente, facendosi ombra con cappelli e ombrelli nella giornata in cui nel capoluogo marchigiano c’è il bollino arancione per le ondate di calore, con la colonnina di mercurio che segna i 30 gradi, ma la temperatura percepita è di 36 gradi.
A guidare la manifestazione i tre segretari generali, Giuseppe Santarelli (Cgil Marche), Sauro Rossi (Cisl Marche) e Claudia Mazzucchelli (Uil Marche). «Ci facciamo portavoce dei cittadini marchigiani – dice Santarelli – stanchi della situazione in cui versa la sanità delle Marche, con liste d’attesa infinite per visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, per alcune le agende risultano addirittura chiuse, un fatto gravissimo che colpisce le persone in condizioni di difficoltà economiche, le quali non avendo alternative alla sanità pubblica, rinunciano a curarsi».
Una situazione che i sindacati chiedono alla Regione di «sbloccare. In tre anni, da quando si è insediata alla guida della Regione, la giunta non solo non ha risolto le numerose criticità, ma anzi, la situazione è addirittura peggiorata, nonostante abbiano basato la loro campagna elettorale per le regionali proprio sui temi della sanità».
Tra le ragioni che hanno spinto alla manifestazione non ci sono solo le liste d’attesa, «il caos nei pronto soccorso e il sistema di Emergenza Urgenza da riorganizzare – dice Santarelli – il piano socio sanitario regionale di prossima approvazione non affronta le tante priorità della sanità marchigiana, non si pone obiettivi, né impegni economici. È più un libro dei sogni».
Secondo il segretario generale della Cgil Marche occorre «attivare le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità, previsti dal Pnrr per decongestionare i pronto soccorso». L’accento si sposta poi sui servizi di prevenzione che i sindacati ritengono sottodimensionati e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, questioni già poste sul tavolo della Regione ma «ancora senza risposte». Poi le «rette troppo alte di Rsa e case di riposo» che mettono in difficoltà tante famiglie alle prese con il caro vita. Insomma, per Santarelli «la sanità marchigiana è allo sbando e con i tagli operati dal governo centrale i problemi che stiamo rilevando nella sanità marchigiana peggioreranno ulteriormente».
Sauro Rossi (Cisl Marche), pone l’accento «sui notevoli ritardi nell’opera di rafforzamento dell’assistenza territoriale, di potenziamento della prevenzione e di riqualificazione delle reti ospedaliere. C’è molto cammino da fare in questa direzione e riteniamo di dover incalzare la Regione perché ci siano atti concreti in questa direzione».Commentando la grande partecipazione alla manifestazione Rossi osserva «la gente è molto sensibile ai temi della salute, è comprensibile che sia così perché veniamo anche da prove molto impegnative che ci hanno toccato profondamente, come durante la pandemia».
La carenza di personale, fra «medici, infermieri ed operatori socio sanitari», secondo il segretario generale dela Cisl Marche è stimabile attorno «a qualche migliaio di unità complessiva sulle oltre 20mila persone attualmente impegnate», anche se, puntualizza si tratta di «stime variabili perché veniamo da anni di sottodimensionamento degli organici» che sono stati «falcidiati da norme nazionali che hanno bisogno di essere riviste. Il tetto alla spesa sul personale, calcolato su criteri del 2004, non ha più ragione di esistere e non riesce a far rispondere alle esigenze di salute dei cittadini».
«La sanità è una urgenza per la nostra regione – dice Claudia Mazzucchelli (Uil Marche) – avevamo fatto una manifestazione nel 2021, chiedendo una serie di cose, adesso siamo arrivati all’approvazione del piano socio sanitario regionale ma ancora ci sono tante questioni irrisolte, a cominciare dalla sanitò territoriale, di prossimità, che si prenda cura dei cittadini, a cominciare dalle difficoltà che ci sono nei Cup per le prenotazioni, una difficoltà che riguarda il personale che è allo stremo, perché dopo la pandemia si pensava di aver capito quanto è importante il ruolo della sanità pubblica, invece ci troviamo ancora con la necessità di stabilizzazioni e contratti a tempo determinato, personale che va a lavorare in altre regioni, perché qua non trova quelle garanzie di stabilità».
Problemi che la segretaria generale Uil Marche ha definito «urgenti» e che «richiedono la possibilità di lavorare tutti alla stessa maniera. Abbiamo avanzato delle proposte, ma facciamo fatica ad attivare un confronto reale e concreto, serio con la Regione. Da questa piazza chiediamo che le nostre idee vengano ascoltate e discusse e che si prenda a cuore la sanità e la cura dei cittadini marchigiani».
Sul piano socio sanitario regionale aggiunge che il documento «non entra nel merito delle questioni che abbiamo messo sul tavolo come urgenti», mentre «alcuni obiettivi sono a medio e lungo termine, ma nel frattempo dove si curano i cittadini marchigiani?». Tra i punti più critici del piano Mazzucchelli annovera «la sanità territoriale, sappiamo che il Pnrr prevedeva non più una sanità ospedalo-centrica, ma una sanità vicina al cittadino» dove ci sono «medici di medicina generale, case della salute e della comunità che si prendono cura del cittadino e dove, nel momento in cui c’è una dimissione dall’ospedale e ancora si necessita di cure, ci sia qualcuno che si prenda carico, ma in questo momento non è così» e «ci si affida agli amici, al caso, alla sorte, al trovare il medico ospedaliero che ti individua la strada. La sanità – conclude – è un presidio di democrazia e tutti hanno il diritto di avere le giuste cure».
Tra le priorità evidenziate dai sindacati, l’a riduzione delle liste d’attesa e della mobilità passiva, la necessità di riordinare la rete ospedaliera, rafforzare i distretti sanitari, investire nelle strutture residenziali, finanziare il fondo di solidarietà per anziani, disabili e persone con disturbi mentali, dare impulso alla medicina territoriale e stabilizzare i precari. In corteo anche alcuni esponenti della politica regionale, fra i quali il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi, i consiglieri dem Antonio Mastrovincenzo e Romano Carancini. A sfilare anche alcune bandiere del Movimento 5 Stelle.