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Marche arancioni, Acquaroli: «Morte politica portare l’ordinanza di un Ministro al Tar»

Il governatore, intervistato da Tgcom 24, in un passaggio dell'intervista, ha spiegato i dati che hanno fatto scattare il passaggio delle Marche da giallo ad arancione. Il punto sull'organizzazione sanitaria

Francesco Acquaroli

ANCONA – «Nelle Marche abbiamo un indice molto alto di positivi sui tamponi processati perché il nostro sistema sanitario computa solo i positivi e non il numero dei test effettuati nei laboratori privati». Lo ha dichiarato il  presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ieri nel corso di una intervista al Tgcom 24. Il passaggio della regione in zona arancione ha suscitato amarezza nella Giunta, ed è arrivata come una doccia gelata, suscitando una dura presa di posizione da parte del governatore che ha lamentato la «mancanza di interlocuzione» con la Regione, una posizione condivisa anche da altri presidenti di regione passati a misure più restrittive, come ad esempio la Toscana.

Proseguendo sulla questione del computo dei soli positivi, Acquaroli ha parlato di «un eccesso di zelo, che alimenta un indice che ci fa risultare in una statistica molto elevata, quando in realtà la platea dei testati è molto più ampia». Si tratta di uno tra i 21 parametri che hanno contribuito a colorare le Marche di arancione.

«Sarebbe stato più semplice dire subito “chiudiamo” – ha dichiarato il presidente dopo il confronto con l’Istituto Superiore di Sanità –  . La pandemia c’è, il virus gira e bisogna essere prudenti, ma non bisogna nascondersi dietro i numeri o le formule per fare scelte di altra natura. Chiudere può anche essere giusto e condivisibile, ma non può essere frutto di una imposizione. È umiliante e non sarà la soluzione».

Nonostante questo però il governatore ha escluso l’ipotesi di impugnare l’ordinanza: «Portare l’ordinanza di un ministro davanti al Tar è la morte della politica e di tutti i livelli istituzionali». «Oggi c’è una regia chiara, che ha creato insieme all’Istituto Superiore di Sanità, un sistema che monitora i territori, un sistema molto stringente che valuta l’andamento della curva pandemica e a cui noi non possiamo che attenerci – ha affermato – , perché non c’è dato margine» visto che i parametri scelti  «vanno a determinare scenari piuttosto che altri».

Per il presidente regionale però, «il livello dell’interlocuzione istituzionale deve servire a concertare la misura più opportuna per ogni territorio» e che «non è vero che l’autonomia noi presidenti la chiediamo e poi deleghiamo. Siamo pronti al confronto e disponibili per fare le scelte migliori, ma se queste ordinanze ci cadono dall’alto è chiaro che non abbiamo gli strumenti tecnici e giuridici per confutarle».

I NUMERI DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE
Torrette«La rete ospedaliera ha dimostrato e continua a dimostrare una buona capacità di tenuta all’ondata pandemica – scrive la Giunta in una nota stampa -. Si conferma che le strutture sanitarie regionali hanno capacità e spazio importante a disposizione per accogliere sia i pazienti Covid-19 che i pazienti con patologie ordinarie».

Il bisogno di terapia intensiva per pazienti Covid-19 «è al momento stazionario». Rispetto agli iniziali 115 posti letto di terapia intensiva, è stato approntato un incremento di più del 40% di posti letto aggiuntivi (per un totale ad oggi di 164 posti letto), «che ci consente di mantenere a disposizione dei cittadini le risposte per interventi chirurgici necessari per la garanzia della salute pubblica».

La rete ospedaliera del privato accreditato «ha testimoniato la volontà di essere a disposizione per allargare l’offerta sia per pazienti Covid che per pazienti non-Covid, accettando i trasferimenti dagli ospedali pubblici e consentendo pertanto di liberare posti letto».

Le Usca attive sono 33, alcune delle quali inviate nelle strutture residenziali per anziani con ospiti covid , insieme a medici specialisti dagli ospedali, per la verifica quotidiana dei pazienti.  In fase di potenziamento le strutture residenziali post-acuzie che accolgono pazienti a seguito delle dimissioni dagli ospedali: la Regione nei giorni scorsi ha individuato 10 alberghi, di cui 2 già contrattualizzati e aperti, per garantire l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria dei soggetti Covid positivi che non hanno bisogno di cure ospedaliere e che non possono effettuare l’isolamento delle proprie abitazioni.

Elementi che, conclude la Giunta, «permettono di rassicurare ad oggi la popolazione sulla tenuta del sistema sanitario regionale che sta reggendo prontamente alla seconda ondata pandemica ed è pronto a rispondere alle esigenze dei cittadini. Si continua a monitorare costantemente la situazione nell’attesa di conoscere i dati delle prossime settimane».