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Maxi terapia intensiva a Civitanova, Barbaresi (Cgil): «Un errore»

La segretaria generale della Cgil Marche critica la scelta della Regione di investire in una struttura temporanea ritenendo opportuno puntare sulle squadre di medici e infermieri a domicilio per sgravare gli ospedali marchigiani dai pazienti Covid

Daniela Barbaresi

ANCONA – «Un errore aver scelto di investire in una struttura temporanea piuttosto che utilizzare la rete ospedaliera marchigiana». Ad esprimersi negativamente sulla maxi terapia intensiva di Civitanova Marche è la segretaria generale Cgil Marche, Daniela Barbaresi. La struttura da 90 posti letto all’Ente Fiera, destinata a sgravare gli ospedali marchigiani, non convince la Barbaresi che avrebbe preferito «destinare le ingenti risorse investite in questo progetto nel potenziamento della rete territoriale».

Per la segretaria generale Cgil Marche, infatti, la strada giusta da percorrere doveva essere quella di investire nell’assistenza domiciliare messa in campo dalle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che gestendo i pazienti Covid nelle loro abitazioni «permettono di limitare i ricoveri ospedalieri». Una esperienza, quella delle squadre di medici e infermieri a domicilio, che secondo la Barbaresi «in altre regioni hanno dato risultati molto positivi».

Ma a far storcere il naso alla segretaria generale della Cgil Marche è anche la scelta della Regione di ingaggiare un tecnico, in questo caso l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso che ha individuato nel Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, il soggetto che deve realizzare l’opera.

«Mentre stanno partendo i lavori a Civitanova Marche, stiamo assistendo a quanto sia stata fallimentare la scelta della Regione Lombardia di realizzare sempre una struttura temporanea – puntualizza – , sempre in una fiera, sempre con la consulenza di Bertolaso e sempre con la collaborazione fattiva del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. Scelta a cui le Marche si sono pienamente ispirate».

«Quella struttura, pensata per accogliere centinaia di pazienti in terapia intensiva e costata più di 20 milioni di euro, oggi è pressoché vuota. Accadrà lo stesso per Civitanova?» si interroga la Barbaresi nel porre anche un’altra criticità sul piatto della bilancia, cioè il fatto che l’Asur dovrà assicurare il personale necessario, ma «alcune strutture allestite da tempo dalla Regione non vengono aperte proprio per la mancanza di personale».

Secondo la segretaria generale Cgil Marche, la nostra regione «sta scontando i mancati investimenti sulla sanità del territorio», sulla quale osserva «si è espresso con toni pesantissimi il Presidente del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. Un giudizio pesantissimo, il suo, espresso con una leggerezza imbarazzante.

«Questa è una emergenza complicatissima, da affrontare investendo nel territorio per alleggerire il carico sugli ospedali – conclude – . Se fossi credente direi: “che Dio ce la mandi buona!”»