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Miele, nelle Marche azzerata la produzione di acacia, castagno e millefiori primaverili. Vasetto più caro

L'estate per fortuna ha segnato una ripresa, ma la conta dei danni è comunque ingente sia in termini di minore produzione che di maggiori spese per alimentare le api

ANCONA – Azzerata nelle Marche la produzione di miele di acacia, di castagno e di millefiori primaverili. È questo il quadro che si presenta chiusa la stagione estiva, quando il lavoro delle api tocca l’apice. Gli apicoltori tracciano un bilancio negativo per il settore alle prese con un consistente crollo della produzione di miele per effetto di una primavera anomala dal punto di vista meteorologico.

Geograficamente l’area più penalizzata nelle Marche è quella costiera, rispetto alla zona dell’entroterra, perché più flagellata dalle piogge primaverili. In pratica il miele prodotto dalle api nelle Marche quest’anno è solo quello di coriandolo, girasole millefiori estivo, ma anche in queste produzioni si rilevano variazioni secondo Coldiretti, perché se il miele di millefiori estivo registra un aumento rispetto all’anno scorso, quello di coriandolo invece è in calo e quello di girasole è sostanzialmente stabile.

Le piogge che tra maggio e giugno hanno colpito ampie zone della regione anche con fenomeni alluvionali, hanno costretto le api a restare negli alveari: senza cibo hanno dovuto mangiare le scorte che in molti casi non sono state neanche sufficienti, obbligando gli apicoltori a doversi recare di arnia in arnia per alimentare le api con soluzioni zuccherine.

Insomma, il cambiamento climatico ha messo alle strette il settore in primavera. L’estate per fortuna ha segnato una ripresa altimetri la conta dei danni sarebbe stata anche peggiore. Nicola Barchiesi, apicoltore Coldiretti Ancona spiega che la produzione di miele nella sua attività è passata dai 25 chili dell’anno scorso a 15 chili di quest’anno, in cui le api hanno prodotto solo miele di millefiori estivi e girasole, oltre alla melata.

«Il bilancio per noi apicoltori della costa è negativo – spiega – tra maggio e giugno abbiamo dovuto provvedere alla nutrizione artificiale delle api e in certi casi siamo arrivati a spendere anche 40-50 euro solo per una famiglia di api Con il bel tempo che ha caratterizzato l’estate le api hanno raccolto miele e polline per affrontare l’inverno. Speriamo che la prossima stagione – conclude – vada meglio».

Coldiretti Marche evidenzia che negli ultimi cinque anni nelle Marche l’apicoltura è cresciuta sia come numero di operatori (+32% rispetto al 2018) sia come numero di alveari (+61%). Il crollo della produzione di miele oltre a penalizzare gli apicoltori, penalizza anche i consumatori che vedono il prezzo dei vasetti già lievitato nelle passate stagioni, aumentare ancora. Ad Ancona secondo la rilevazione mensile del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la quotazione media ad agosto era di 12.45 euro per 1.000 grammi, un anno fa invece era di 10.95 euro, nel 2021 era di 10,34 euro, insomma 2 euro in più in due anni.

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